Stavolta il terreno per attaccare c'era. La prima settimana del Tour de France 2016 era stata disegnata in modo vario dagli organizzatori, con un trittico pirenaico in chiusura, caratterizzato da due arrivi in discesa a Lac de Payolle e Bagneres-de-Luchon e uno in quota ad Andorra Arcalis. Eppure l'unico ad attaccare, in picchiata dal Col du Peyresourde, è stato il campione uscente, quel Chris Froome che ha messo in mostra qualità insospettabili su un terreno a lui non congeniale. Complice una momento di distrazione dei suoi avversari verso il podio di Parigi, il kenyano bianco ha così già portato a casa una tappa di questa edizione della Grand Boucle e si è preso la maglia gialla di leader della generale.

Ecco perchè il ritiro di Alberto Contador - virus influenzale, oltre alle cadute del primo giorno - è la peggior notizia che gli appassionati di ciclismo e amanti dello spettacolo potessero ricevere. Senza l'uomo di Pinto la corsa perde di imprevedibilità, stancamente gestita dal Team Sky, squadrone senza punti deboli, e dalla Movistar di Nairo Quintana, le cui strategie di gara sono spesso incomprensibili. Proprio il colombiano, secondo lo scorso anno, non ha accennato neanche uno scatto nella tre giorni pirenaica, nella speranza forse di ripetere il cammino dell'ultima edizione, quando solo nel finale di Tour riuscì a incrinare le certezze di Froome. Attendere le Alpi per sferrare l'attacco decisivo, questo il piano di Quintana, che intanto deve però già inseguire e sperare di non perdere troppo terreno nella cronometro di venerdì prossimo, che sarà preceduta dall'arrivo leggendario in cima al Mont Ventoux. Lì, dove la vegetazione lascia spazio a un paesaggio lunare, la maglia gialla potrebbe voler concedere il bis del 2013, quando con un'impressionante azione di forza tolse di ruota i rivali più accreditati ipotecando la vittoria del primo Tour della carriera.

Oltre a Quintana non sembrano al momento esserci avversari in grado di impensierire Froome. Richie Porte ha provato a scuotersi verso Andorra Arcalis, ma è lontano in classifica e non offre garanzie come capitano in una corsa di tre settimane. Perso Contador, la Spagna si affida ad Alejandro Valverde, reduce dalle fatiche del Giro, e a Purito Rodriguez, in parabola discendente rispetto a qualche anno fa. Ben diverse e più acuminate le frecce all'arco dei corridori britannici, finora dominatori di questa Grand Boucle. Mark Cavendish ha già vinto tre tappe in volate ed è titolare della maglia verde, Stephen Cummings ha trionfato a Lac de Payolle dopo aver dato spettacolo sul Col d'Aspin, Adam Yates è per ora il miglior giovane ed è riuscito a restare con i big in salita. Per non parlare di un altro anglosassone, l'irlandese Daniel Martin, attivissimo nel cercare un successo di tappa e ancora in corsa nella generale.

E' invece già andato a picco Thibaut Pinot, uno dei corridori preferiti dal pubblico francese, fuori condizione e costretto a saltare da una fuga all'altra per racimolare punti nella classifica degli scalatori, mentre Romain Bardet si è aggiunto alla lista di chi avrebbe potuto provare un attacco e non l'ha fatto. In chiaroscuro anche la prima settimana della carriera al Tour dell'italiano Fabio Aru, andato in difficoltà ieri sotto il nubifragio del principato di Andorra, ma comunque in grado di limitare i danni anche grazie all'aiuto provvidenziale di Vincenzo Nibali. Il corridore sardo, un po' come Quintana, spera di far valere le sue doti da fondista nella seconda parte della Grand Boucle, sempre che non sia troppo tardi. Tutti in attesa dunque, Team Sky compreso, a cui non pare vero di avere già la maglia gialla senza aver effettuato alcuno sforzo di rilievo, lasciando andar via le fughe, come accaduto per i casi di Greg Van Avermaet e Tom Dumoulin. Forse è proprio la forza della squadra di Chris Froome a sconsigliare attacchi al punto di riferimento del Tour, che per il momento ha avuto però la strada spianata dai suoi presunti avversari, che hanno sostanzialmente bypassato l'intera fase di corsa sui Pirenei.