Dopo aver vinto due delle ultime tre edizioni della Grand Boucle (2013 e 2015) ed essere salito sul podio nel 2012 - da fido gregario del connazionale Bradley Wiggins - Chris Froome si appresta a iniziare il Tour de France 2016 da favorito numero uno, nonostante la concorrenza sia particolarmente agguerrita, rappresentata soprattutto da Alberto Contador a Nairo Quintana. 

Non particolarmente apprezzato dagli esteti del pedale, il kenyano bianco del Team Sky può godere di una squadra fortissima e completamente a sua disposizione, anche se quest'anno non ci saranno cronosquadre in cui infliggere distacchi pesanti agli avversari nella generale. Già, perchè questa edizione del Tour è per certi versi anomala: niente cronoprologo e quindi nessuna differenza (a meno di cadute o ventagli) in termini di secondi o minuti prima dei Pirenei, che si stagliano sul percorso della Grand Boucle dopo una settimana di corsa. Ecco che Froome non potrà godere di quel vantaggio che ha quasi sempre avuto nell'approcciare la prima tappa di montagna, che invece vedrà tutti i migliori partire verosimilmente alla pari. Il britannico dovrà quindi sbrigarsela in salita, dove è spesso il più forte, ma a volte soggetto a giornate storte. La tattica sarà sempre la stessa: fare il vuoto alla prima occasione utile, spegnere sul nascere i sogni di gloria avversari, per poi gestire con relativa tranquillità le reazioni dei vari Contador e Quintana. E' stato così lo scorso anno, potrebbe però non esserlo in questo luglio francese, in cui Froome arriva al Tour con tante certezze, accumulate soprattutto nel Giro del Delfinato appena vinto, e qualche dubbio, relativo alla sua tenuta se attaccato in maniera continua da corridori più scalatori di lui. Certo, ci sono trentasette chilometri contro il tempo a far da ponte tra i Pirenei e le Alpi, ma non per specialisti, e soprattutto non all'inizio del Tour, quando un grande cronoman riesce più facilmente a fare la differenza.

Al netto di qualche perplessità sul rendimento di Froome in un'edizione della Grand Boucle particolarmente dura, anche se con pochi arrivi in salita, il britannico resta l'uomo da battere, il punto di riferimento di un'intera corsa, avendo spodestato Alberto Contador dal trono di padrone del Tour. Proprio lo spagnolo sembra però il rivale più accreditato nella cavalcata verso il primo gradino del podio di Parigi, dopo aver incentrato tutta la sua preparazione per l'appuntamento francese, mentre lo scorso anno era reduce dalle fatiche supplementari del Giro d'Italia. Anche Froome si è preparato esclusivamente per il Tour, mostrando miglioramenti al Giro del Delfinato, in attesa di raggiungere il picco di condizione quando più conterà. Dopo una prima maglia gialla conquistata nel 2013 con distacchi abissali, dominando su tutti i terreni, nel 2014 è arrivato il ritiro nelle prime tappe, per poi tornare alla vittoria lo scorso anno, un una tre settimane cominciata fortissimo e chiusa in calando, con Nairo Quintana capace di staccarlo sull'Alpe d'Huez. In apparenza meccanico sulla bicicletta, quasi robotico nel controllare la frequenza di pedalate, Froome corre ormai spesso contro se stesso, senza rispondere in prima battuta agli scatti avversari, ma aumentando il ritmo secondo le proprie cadenze per innestare il turbo modalità frullatore che gli appassionati di ciclismo hanno imparato a conoscere. Tre anni fa il kenyano bianco impressionò sul Mont Ventoux con una prepotente azione delle sue, quest'anno ci riproverà, sapendo però che ad attenderlo al varco ci sono avversari che come lui non hanno altro da vincere se non il Tour de France.