Ricordate quei Tour de France piatti, con le montagne concentrate in un'unica settimana e dominati dalle lunghe prove contro il tempo? Non vedrete più, probabilmente, i primi dieci giorni di pianura e la "drammatica" lotta per la maglia a pois tra Voeckler ed un altro eroe casuale (nel dubbio la regia transalpina indugerà sempre e solo sulle tragicomiche espressioni facciali dell'alsaziano). Dimenticate gli ultimi giorni anonimi, con l'ultima tappa di montagna piazzata il martedì dell'ultima settimana e i restanti giorni che non sono altro che un soporifero teatro di fughe chilometriche e sedute psicanalitiche sul rendimento dei favoriti della vigilia. Trasferite queste immagini nella categoria "ricordi" perché il Tour de France che ci attende avrà tutt'altra fisionomia.
Sì, esiste un video sulle più belle vittorie di Voeckler.
Ormai da qualche anno gli organizzatori hanno deciso di allinearsi agli altri grandi giri, inserendo diverse trappole nei primi giorni di corsa (uno su tutti il pavè) e piazzando molte salite nelle ultime frazioni, rendendo l'esito finale della competizione incerto fino all'ultimo metro (o quasi). Basta leggere l'altimetria di questa edizione della Grande Boucle per notare un cambiamento anche piuttosto radicale nel disegno della corsa. L'edizione numero 103 del Tour presenta un percorso estremamente vario e affascinante. Non manca assolutamente nulla e c'è spazio per i più coraggiosi per ribaltare la gara anche negli ultimissimi giorni.
La terza settimana è, probabilmente, la perfetta espressione di questa voglia di rinnovamento ed innovazione degli organizzatori, con 3 tappe di montagna, 2 pianeggianti ed una cronoscalata. Si parte lunedì 18 luglio con la Moirans-en-Montagne/Berne. La frazione in questione concede un po' di riposo ai favoriti della vigilia, ma l'arrivo in volata è tutt'altro che scontato. Nel finale, infatti, ci sono una serie di strappi che potrebbero rovinare i piani degli uomini-jet ed invitare, invece, all'attacco i coraggiosi di giornata. Martedì 19 luglio ci sarà il giorno di riposo, prima di una quattro giorni di fuoco, che decreteranno senza se e senza ma il vincitore finale. Mercoledì 20 luglio abbiamo subito una frazione estremamente impegnativa, specie nella parte conclusiva. Dopo aver affrontato due colli di terza categoria, i corridori si troveranno impegnati nelle scalate del Col de Forclaz (prima categoria) e di Finhaut-Emosson (Hors Catégorie). Le due ascese sono una di seguito all'altra, collocate nello spazio di 30 km. Il Col de Forclaz è lungo 13 km e presenta pendenze costanti dell'8%. Gli atleti scollineranno ai -17, poi 7 km di discesa e la salita conclusiva lunga 10.000 metri. Saranno particolarmente impegnativi gli ultimi 7 km, con pendenze costantemente sopra il 9% e gli ultimi 400 metri al 12%. Da non sottovalutare il fatto che questa tappa arriva dopo il giorno di riposo e, come spesso accade, potrebbe riservare per questo motivo maggiori incognite.
Il giorno dopo i corridori affronteranno una frazione che rappresenta un inedito per il Tour de France. Si parte da Sallanches e si arriva a Megève per una cronoscalata di 17 km. Personalmente, però, non la definirei come tale. Il percorso di questa prova contro il tempo, infatti, è estremamente vario: i primi quattro km sono pianeggianti, seguono tre chilometri con pendenze comprese tra l'8 ed l'11%, prima di un tratto in falsopiano intervallato da brevissimi strappi all'8% che serviranno a rompere il ritmo degli atleti. Gli ultimi due chilometri, infine, saranno in discesa. Si tratta, dunque, di una prova estremamente complicata da interpretare, adatta probabilmente più agli specialisti delle crono che agli scalatori.
Siamo arrivati agli ultimi tre giorni di corsa e le Alpi non hanno ancora finito con gli atleti. Venerdì 22 luglio, infatti, avremo l'ultimo arrivo in salita in quel di Saint-Gervais Mont Blanc. Sono quattro le asperità di giornata, le ultime due sono le più impegnative. A 50 km dall'arrivo i corridori scollineranno sul Montèe de Bisanne, ascesa Hors Catégorie, ma il punto dove con ogni probabilità si deciderà la tappa è l'ultima salita. Parliamo di dieci chilometri all'8% di pendenza media. I primi duemila metri presentano tratti ripidissimi, però è facile prevedere che saranno gli ultimi cinque chilometri quelli che vedranno i protagonisti muoversi per fare la differenza, provando a mettere in crisi chi è arrivato all'ultima settimana con poche energie in corpo e la terza settimana del Giro ci ha dimostrato quanto gli ultimi giorni di corsa possano essere determinanti.
A tal proposito, gli organizzatori hanno deciso di rendere ancora più vivace la competizione inserendo una frazione di montagna alla vigilia della passerella di Parigi. Una scelta che ha il sapore di Giro d'Italia, dove spesso e volentieri troviamo le tappe più dure proprio nel penultimo giorno di gara. L'ultimo tranello di Christian Prudhomme è rappresentato da una salita e da un arrivo storico per la Grande Boucle, ovvero il Col de Joux Plane e Morzine, una località che è un po' una seconda casa per i colombiani, capaci negli anni di imporsi diverse volte su questo traguardo.
Il chilometraggio della frazione è piuttosto breve. Sono, infatti, solamente 146.5 km, ma estremamente intensi, dal momento che i corridori scaleranno 4 gran premi della montagna, uno hors catégorie, due di prima categoria ed uno di seconda. Chi vorrà provare a far saltare il banco potrà attaccare sul Col de la Colombière o sul Col de la Ramaz, ascese di prima categoria poste non troppo lontane dall'arrivo. Il momento clou della giornata sarà, però, con ogni probabilità il Col de Joux Plane. Parliamo di una salita di 11,6 km all'8,5% di pendenza media. Siamo di fronte ad una delle asperità più dure della corsa, che è anche l'ultima dell'intero Tour de France. Su questa salita gli atleti si giocheranno le ultime cartucce, provando poi a capitalizzare il vantaggio acquisito negli ultimi 11 km di discesa prima del traguardo di Morzine.
L'azione di Nairo Quintana al Giro del Delfinato 2012 rafforza il rapporto privilegiato tra la Colombia e Morzine.
Il percorso di questa terza settimana, dunque, come quello del resto della competizione, è estremamente interessante e tutt'altro che facile da affrontare. La strategia ed il gioco di squadra saranno una volta di più determinanti, così come sarà fondamentale gestire le risorse fisiche e mentali nell'arco delle tre settimane. Un eventuale calo di condizione negli ultimi giorni di corsa non passerà inosservato e solo sulle strade degli Champs-Élysées i corridori potranno rilassarsi un attimo e comprendere la portata dell'impresa compiuta.