Anche l'appuntamento più prestigioso del giugno ciclistico è ormai agli archivi. Il Giro del Delfinato 2016 si è chiuso infatti ieri con la vittoria di Chris Froome, britannico del Team Sky che si accredita ancora come principale favorito per la prossima edizione del Tour de France, quella Grand Boucle già conquistata per due volte (2013 e 2015). Suo il round preliminare con Alberto Contador, a lungo maglia gialla sulle strade della Savoia, poi solo quinto nella classifica generale di chiusura. Ma non solo del duello Froome-Contador è vissuto questo Delfinato numero sessantotto, che ha trovato altri protagonisti e decretato lo stato di forma di molti dei favoriti del Tour, che prenderà il via in Normandia tra meno di tre settimane. D'accordo, non c'erano Nairo Quintana e Teejay Van Garderen (neanche Vincenzo Nibali, volendo essere romantici e patriottici), ma è comunque possibile fare un punto della situazione sullo stato di forma dei partecipanti alla breve corsa a tappa nel sudest della Francia.

FROOME-CONTADOR 

Era e rimane la sfida più affascinante del ciclismo degli ultimi anni: opposti per modo di correre e per stile di pedalata, il britannico e lo spagnolo si sono a lungo dati battaglia in una settimana intensa. A Contador è andato il cronoprologo in salita, a Froome le tappe successive di media e alta montagna. Entrambi non sono ovviamente al top della condizione, ma l'impressione è che l'uomo da Pinto debba per un attimo limitare i suoi istinti da grande attaccante contro un rivale computerizzato. Inutile seguirlo quando si produce in frullate spaventose, più importante sfinirlo con azione mirate (un po' come nel finale dell'ultima tappa), anche per far saltare per aria il Team Sky, squadra impressionante per quantità di gregari di lusso disponibili (Landa, Poels, Thomas, Henao, solo per fare qualche nome). 

MARTIN-ALAPHILIPPE 

Il duo della Etixx-Quickstep è parso in più occasioni voler accendere il Delfinato 2016, senza però mai riuscire a piazzare la zampata giusta. Nonostante qualche incomprensione tattica di troppo, la squadra belga si è ritrovata con l'irlandese Daniel Martin sul podio e con il francese Julian Alaphilippe in maglia bianca di miglior giovane. Nessuno dei due è adatto a una corsa a tappe di tre settimane, ma dal secondo stando giungendo sensazioni positive circa i margini di miglioramento nel breve periodo.

BARDET-PINOT

I due grandi rivali d'Oltralpe confermano di non essere ancora in grado di uscire dalla dimensione delle grandi promesse per giungere al top, in quella di protagonisti della generale. D'accordo, Romain Bardet ha chiuso secondo, ma solo grazie alla fuga concessagli da Froome sull'arrivo di Meribel, mentre Thibaut Pinot si è regalato un successo di tappa e poco altro. Intenti a battagliare tra loro, si dimenticano spesso che i veri avversari potrebbero essere altri. 

ARU-ROSA

Delfinato agrodolce per il duo italiano dell'Astana: mentre Fabio Aru ha dimostrato di essere ancora lontano dalla miglior condizione - pur costruendo un capolavoro con il successo in solitaria nella terza tappa - il compagno di squadra Diego Rosa non ha mai praticamente perso contatto dai migliori della generale. Al Tour le gerarchie saranno ribaltate (ci sarà anche Vincenzo Nibali, peraltro), intanto Rosa si gode un futuro tutto da scoprire. 

RICHIE PORTE 

Per l'occasione capitano del Team BMC, l'australiano impressiona nel cronoprologo e nel primo arrivo in salita, salvo calare alla distanza e confermare limiti noti. Su pendenze proibitive non è mai stato competitivo ai massimi livelli, il suo Tour rimane un'enorme incognita. 

I VELOCISTI

Tra spallate e colpi proibiti dei due litiganti Nacer Bouhanni e Alexander Kristoff, è - come spesso accade - il terzo a godere. Si tratta stavolta di Edvald Boasson Hagen, sprinter della Dimension Data, ritrovato ad alti livelli e vincitore della maglia verde della classifica a punti. Il norvegese non avrà lo spunto dei velocisti più puri (alla Kittel, per intendersi), ma è tornato a poter dire la sua in arrivi più mossi. 

I GIOVANI 

Detto di Alaphilippe, ecco sbucare da questa edizione del Delfinato due volti relativamente nuovi, quelli del britannico Adam Yates della Orica-Greenedge e del sudafricano Louis Meintjes della Lampre-Merida. Scalatori di piccola taglia, hanno retto sulle grandi salite, lasciando intravedere prospettive interessanti per il futuro. Da segnalare anche l'italiano Valerio Conti, il più pronto tra le nuove leve del ciclismo tricolore.