Dopo la parentesi dedicata alle ruote veloci - con lo sprint vincente e discutibile di Nacer Bouhanni - al Delfinato si torna a respirare aria di montagna. La seconta tappa prevede il primo arrivo in quota, a Chalmazel-Jeansagniere. I chilometri da percorrere sono 168, quattro i GPM, equamente divisi tra prima e seconda parte di gara.
L'inizio è nervoso. Una manciata di chilometri e la strada sale. Col de Durbize, 4.5 km, probabile teatro dell'azione di giornata. La fuga odierna può trarre linfa in questo frangente e acquistare ulteriore forza lungo le rampe del Col de la Croix Nicelle.
Poche le emozioni nella zona intermedia. Quasi 100 km con qualche scossa, ma nessuna difficoltà reale. Si entra nel vivo dopo Sail-Sous-Couzan. Qui inizia la scalata alla Cote de Saint-Georges-en-Couzan. 7.5 km, pendenza media del 5.6%. Si scollina ai meno 14, chi allunga qui può costruire un buon gruzzolo da difendere nell'ultima ascesa che conduce al traguardo.
Come si evince dall'immagine sottostante, l'ultimo Gpm non presenta pendenze impossibili. I punti di maggior criticità all'inizio e alla fine, poco prima dello striscione d'arrivo. Nel mezzo, un lungo tratto pedalabile, intorno al 3%.
Giornata interlocutoria per gli uomini di classifica. Difficile ipotizzare un ribaltone. Può essere invece il momento di alcuni "professori" da classica, abili a sfruttare il frastagliato finale. Gerrans, Kwiatkowski, Van Avermaet, gente che ha il colpo di pedale per spezzare il gruppo.
Il percorso: