Il primo obiettivo della stagione di Vincenzo Nibali è stato centrato. Vincere il secondo Giro d'Italia della carriera era infatti una delle priorità del 2016 per lo Squalo dello Stretto, tornato a disputare la corsa rosa dopo un'assenza di due anni causa partecipazione al Tour de France. E proprio alla Grand Boucle Nibali si ripresenterà in maglia Astana (nella speranza di mantenere il tricolore sul petto ai prossimi campionati italiani), insieme a quel Fabio Aru capitano designato della squadra kazaka. 

"Fabio si sta preparando da mesi per il Tour, ed è giusto che io vada in Francia per supportarlo", le parole della fresca maglia rosa, che pure qualche sogno di rivincita dopo l'ultima edizione dovrà pure coltivarlo. Non sarà facile per il corridore messinese calarsi nei panni del gregario di lusso in una corsa tanto importante e prestigiosa, nella quale si è imposto nel 2014 dopo essere salito sul terzo gradino del podio due anni prima. Eppure le gerarchie sembrano chiare: l'Astana ha designato Aru come uomo di classifica, anche per testarne la resistenza e il rendimento in una manifestazione di tre settimane più dura - per concorrenza e pressione mediatica - rispetto a Giro e Vuelta. A Nibali il compito di scortare il più giovane compagno di squadra, di fargli da chioccia, ma anche quello di ricoprire il ruolo di "ancora di salvataggio" del team kazako: in caso di difficoltà di Aru, sarebbe lui a tornare al centro di una squadra che comunque è costruita per vincere e che, non a caso, si è aggiudicata almeno una grande corsa a tappe nelle ultime tre stagioni. Il percorso del Tour 2016 sorride agli scalatori: dopo i primi giorni mossi ma senza montagne (si parte da Mont Saint-Michel in Normandia), saranno i Pirenei a delineare le prime gerarchie della generale. Poi una cronometro di 37 km e ancora tanta salita sulle Alpi. I favoriti sono già Chris Froome, Alberto Contador e Nairo Quintana, gente che sta preparando quest'evento da mesi (stesso dicasi per Pinot, Van Garderen, Bardet e compagnia), mentre per Aru potrebbe essere un buon risultato piazzarsi nella top ten e magari conquistare una tappa. 

Diverso il discorso che riguarda Nibali, a caccia - per sua stessa ammissione - di un secondo picco di grande forma della stagione. Il messinese ha sofferto al Giro d'Italia anche a causa di una sindrome influenzale (patita la notte prima della cronoscalata all'Alpe di Siusi), per poi presentarsi in gran spolvero all'appuntamento con le grandi montagne (dal Colle dell'Agnello a seguire). Naturale che dopo una settimana di totale relax, la condizione appena raggiunta vada scemando. Ecco che il Tour, corso un po' di conserva ma soprattutto senza pressioni (quelle che invece non mancarono lo scorso anno, con code polemiche avvelenate), potrebbe essere utile a ritrovare una buona pedalata e ad avvicinarsi al meglio al secondo obiettivo stagionale, le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Nibali non è propriamente corridore da corse di un giorno, ma ha da tempo puntato la sua attenzione sul percorso in terra brasiliana, ritenuto dagli addetti ai lavori per scalatori puri. Lo Squalo dello Stretto sarà dunque la prima opzione della nazionale olimpica, in una corsa difficile da controllare (non più di cinque corridori per squadra) e storicamente ricca di sorprese. Nel 2004 fu Paolo Bettini a conquistare l'ultimo oro italiano a cinque cerchi sul circuito di Atene (prima di lui il compianto Fabio Casartelli nel 1992). A Nibali l'arduo compito di aggiudicarsi una medaglia a Rio, nella consapevolezza che il primo obiettivo della stagione è stato appena raggiunto nel modo più esaltante.