Si è appena sfilato la maglia rosa, ma Vincenzo Nibali non ha alcuna intenzione di fermarsi. Il fresco vincitore del Giro d'Italia è stato intervistato per la Gazzetta dello Sport, accompagnato dal trofeo conquistato e sollevato domenica sotto il cielo di Torino, e durante l'intervista ha parlato proprio del modo in cui è arrivato il successo nella corsa rosa, con un recupero straordinario nelle ultime due tappe di montagna: "È chiaro che ci sono due aspetti: da una parte ho sofferto tantissimo per vari motivi, anche perchè fin dall'inizio ho cercato di prendere subito la rosa. L'altro aspetto è che aver vinto in questo modo è molto più bello, perciò vivo questa vittoria in maniera particolare. Un errore che mi rimprovero riguarda la tappa di Corvara, mi sentivo molto bene e devo aver sottovalutato i miei avversari, quindi quando sono stato attaccato mi sono ritrovato da solo e ho speso tantissimo".
Nibali ha anche parlato della giornata che lo ha consacrato, oltre alla risposta sull'età che avanza: "Penso che il capolavoro è stato fatto a Sant'Anna di Vinadio. L'età? È chiaro che con il passare degli anni diventa tutto più difficile, perchè il fisico risponde sempre in maniera diversa. Però non ho mai dubitato perchè i valori in campo sono sempre stati molto buoni, quindi uno mette da parte anche questa cosa qui. C'è da dire che una cosa grande l'ha fatta Scarponi: nella tappa di Risoul ha rinunciato praticamente una vittoria per aiutarmi, si è fermato, abbiamo parlato anche tramite radio e siamo riusciti a costruire il sogno rosa".
Una critica e un complimento che lo hanno fatto arrabbiare più di altri? Nibali non ha dubbi: "Non c'è una critica sola che mi ha fatto arrabbiare, ma sono stato assillato come se dovessi per forza essere lì davanti, prendere la maglia e dominare il Giro. Ma sono tre settimane, non è semplice correre in queste condizioni e poi i media mi hanno messo tanta pressione. Ma alla fine tutto è andato per il verso giusto. I complimenti più belli che sono arrivati anche dagli artisti, come ad esempio quelli di Jovanotti e di Claudio Baglioni. Il pianto dopo Risoul è stata una liberazione, ho pensato anche a Rosario Costa".
Una volta finito il Giro d'Italia, per Nibali si tratta di proseguire la programmazione, con due appuntamenti di prestigio che lui stesso non vuol fallire: "Intanto recuperiamo le energie importanti, e poi proseguiamo con gl appuntamenti. In primis il Tour de France che correrò insieme a Fabio Aru, il quale lo sta preparando molto bene. E poi ci sono le Olimpiadi. Con gli amici poi scherziamo su una cosa: a volte non pensiamo di cercare di vincere nuovamente la stessa corsa, anche se ad esempio il prossimo Giro sarà quello del centenario. Ci diciamo sempre "vincere uno di tutto". E poi per ora non penso di smettere".