La sedicesima tappa del Giro d'Italia edizione 2016, breve ma con tre gran premi della montagna sul percorso, con arrivo in leggera salita ad Andalo, si trasforma ben presto in una frazione esplosiva, in cui tutti attaccano tutti, a dimostrazione che non ci sono squadre in grado di tener bloccata la corsa. Alla fine, sulle rampe del Fai della Paganella, è Vincenzo Nibali a cedere a un ritmo indiavolato da lui stesso incentivato, facendosi staccare ancora una volta dalla maglia rosa Steven Kruijswijk, arrivato al traguardo insieme al russo Ilnur Zakarin e allo spagnolo Alejandro Valverde, vincitore odierno in una volata ristretta. Perde una quarantina di secondi il colombiano Esteban Chaves, costretto a rincorrere per tutto il giorno e giunto all'arrivo insieme a Bob Jungels e a Diego Ulissi (poco più dietro Majka), mentre Nibali e Pozzovivo accusano un ritardo di quasi due minuti dai primi. Lo Squalo dello Stretto è ora superato in classifica generale anche da Valverde, con il podio di Torino unico obiettivo davvero realistico, ancorchè difficile da raggiungere. Kruijswijk resta dunque in maglia rosa, con qualche certezza in più sui suoi avversari in questa terza settimana, con Zakarin che si avvicina a Chaves, a sua volta scavalcato dal corridore murciano. Domani tappa per velocisti, con arrivo a Cassano d'Adda.
Dopo il terzo giorno di riposo di questa edizione della corsa rosa, il gruppo affronta la sedicesima tappa, 132 km da Bressanone ad Andalo, contrassegnata da tre gran premi della montagna posti sul percorso: il Passo della Mendola (seconda categoria, 14.8 km al 6.5%), il Fai della Paganella (seconda categoria, 10.2 km intorno al 7%) e la salita finale verso l'arrivo (un terza categoria molto pedalabile). La prima ora di gara è percorsa a velocità molto sostenuta e si arriva così in un lampo sulle rampe della Mendola, dove Vincenzo Nibali mette alla frusta i suoi compagni di squadra, preannunciando un attacco in risposta alla debacle della cronoscalata dell'Alpe di Siusi. Con lo Squalo dello Stretto si muove anche Alejandro Valverde, intenzionato a dare battaglia alla maglia rosa, ma gli attacchi dei due favoriti della vigilia hanno solo l'effetto di rendere più confusa la corsa, con scatti e controscatti che non avvantaggiano nessuno. La maglia rosa Kruijswijk risponde agevolmente un po' a tutti, e davanti si forma un gruppo molto interessante, di cui fanno parte - oltre a Nibali e Valverde - anche Zakarin, Dombrowski, Kangert, Ulissi, Jungels e Firsanov, mentre rimangono attardati il polacco Rafal Majka, il costaricense Andrey Amador e il colombiano Esteban Chaves, che si mantengono intorno ai quaranta secondi di distacco anche sulla lunga discesa della Mendola. Subito dopo c'è da affrontare il gpm di Fai della Paganella, salita regolare ma con uno strappo duro nel finale, ed è il russo Ilnur Zakarin a mostrare di voler attaccare per primo.
Steven Kruijswisjk gli risponde immediatamente, portandosi dietro Nibali e Valverde, ma quando il murciano accelera in maniera decisa, il messinese va in difficoltà, facendosi staccare dal terzetto al comando, composto quindi dal russo, dall'olandese e dallo spagnolo. Da dietro sopraggiunge intanto Chaves, che recupera su Nibali e cerca di imbastire una rimonta con il lussemburghese Bob Jungels, che sale su del suo passo, mentre rimangono a ruota i vari Firsanov, Ulissi, Pozzovivo e Majka. La scalata diviene così un duello a distanza tra testa della corsa e primo gruppo inseguitore, con il distacco che aumenta e si riduce a elastico tra i venticinque e i quaranta secondi. Sulle rampe più dure verso la vetta del gran premio della montagna, il colombiano allunga deciso, mettendo in evidenza tutti i limiti di condizione di Nibali, che si stacca anche dal secondo plotoncino, rimanendo sulle gambe insieme a Pozzovivo. Vanno invece di comune accordo i tre davanti, dove collaborano tutti, anche se il grosso del lavoro se lo accolla Zakarin, evidentemente interessato a recuperare più terreno possibile su chi gli è davanti in classifica generale. Dopo una breve discesa si torna a salire verso Andalo, ma le pendenze non sono impegnative e i distacchi rimangono pressochè invariati, eccezion fatta per Nibali che cede quasi di schianto negli ultimi dieci chilometri. Zakarin tira fino ai duecento metri, lasciando che siano Kruijswijk e Valverde a giocarsi la volata per la vittoria di tappa: è il murciano a spuntarla sulla maglia rosa e ad alzare le braccia al cielo per esultare rabbioso. Diego Ulissi regola Jungels per il quarto posto a 37", davanti anche a Lopez e Firsanov, mentre Nibali e Pozzovivo giungono a 1'47" da Valverde, che usufruisce anche dei dodici secondi d'abbuono riservati al vincitore. Il corridore messinese è ora giù dal podio in classifica generale, insidiato anche da Zakarin. Domani giornata di tregua con tappa adatta ai velocisti a Cassano d'Adda.
Ordine d'arrivo. 1. Valverde in 2 h 58' 54". 2. Kruijswijk s.t. 3. Zakarin a 8". 4. Ulissi a 37". 5. Jungels s.t. 6. Lopez a 38". 7. Firsanov s.t. 8. Chaves a 42". 9. Majka a 50". 10. Pozzovivo a 1'47". 11. Nibali s.t. 18. Siutsou a 3'20". 19. Amador s.t. 25. Uran a 5'28".
Classifica generale. 1. Kruijswijk in 63 h 43' 10". 2. Chaves a 3'00". 3. Valverde a 3'23". 4. Nibali a 4'43". 5. Zakarin a 4'50". 6. Majka a 5'34". 7. Jungels a 7'57". 8. Amador a 8'53". 9. Pozzovivo a 10'05". 10. Siutsou a 11'03".