L'ottava tappa del Giro d'Italia conduce il gruppo da Foligno ad Arezzo. 186 km i chilometri da percorrere, un finale da gustare tutto d'un fiato. L'abbrivio di giornata non regala particolari emozioni. Un rimbalzo verso Assisi può favorire un eventuale attacco, poi, per oltre 100 km, si prosegue in totale controllo. Rifornimento a Monterchi, km 97, qui primi sentori di guerra.
Da scalare - dopo il muro di Anghiari - lo Scheggia. Colle di terza categoria, 6 km con punte al 10%. In vetta, discesa e a seguire un altro segmento pianeggiante, utile a ricaricare le batterie prima del forcing conclusivo.
L'ascesa verso l'Alpe di Poti, seconda categoria, non è da sottovalutare. Si inizia a salire dopo un primo passaggio ad Arezzo. 8.6 km da interpretare con coraggio. La pendenza media è del 6.5%, ma si sfiora addirittura il 14%. Si scollina a meno di 20 km dall'arrivo, chi ha gambe può quindi andarsene già qui. Probabile che si formi, lungo i tornanti, un gruppetto di qualità, poi destinato a giocarsi la tappa.
Discesa rapidissima e ultimo spezzone di gara. L'ultimo chilometro è per specialisti, ciclisti da classica. Strappo secco all'11%, sterrato e finale in leggera salita. Teatro perfetto per un affondo di Valverde, maestro in queste condizioni. Nibali ha le carte in regola per replicare al passaggio a vuoto di Roccaraso, l'Italia ha in Colbrelli e Ulissi alternative di lusso.
Il percorso:
L'ascesa più impegnativa:
Il finale: