Archiviata la tre giorni olandese, con tanto entusiasmo ma poche emozioni, il Giro d'Italia si appresta a tornare nel Belpaese, da dove domani ripartirà con la quarta tappa della sua novantanovesima edizione. Da Catanzaro a Praia Mare, 200 km in Calabria, comincia la risalita della carovana rosa verso Torino, con le prime montagne a fare capolino all'orizzonte. 

Il cronoprologo di Alpedoorn è servito per dare il via alle danze e per ribadire che Tom Dumoulin è probabilmente il cronoman più forte di quest'anno, soprattutto adesso che Fabian Cancellara è alle prese con una brutta sindrome influenzale. L'olandese, due giorni in rosa sulle strade di casa, ha dichiarato alla vigilia di non essere venuto al Giro per fare classifica, ma sono in pochi a credergli, anche in virtù di quanto fatto a settembre alla Vuelta, dove finì quinto dopo essere stato per giorni al comando della generale. A strappargli il simbolo del primato ieri il poderoso velocista tedesco Marcel Kittel, che è nel momento migliore della sua carriera, quello della definitiva consacrazione dopo l'esplosione di due anni fa. Lo sprinter del Team Etixx-Quicstep non sembra avere avversari, avendo anzi preso l'eredità del connazionale Andrè Greipel, unico rivale di spessore internazionale. Viviani, Nizzolo, Ewan, lo stesso Demare paiono infatti comprimari al cospetto di Kittel, che proprio domani potrebbe addirittura fare tris a Praia a Mare, se non ci fosse uno strappo al 18% a cinque chilometri dall'arrivo, vero e proprio trampolino di lancio per chi volesse provare il colpo e svegliare dalla monotonia gli assonnati spettatori del trittico d'esordio. Sarebbe un finale per Sagan, assente, ed ecco dunque avanzare le candidature di Valverde, bene a cronometro venerdì, oltre che degli azzurri Ulissi, Formolo e Battaglin.

La corsa rosa proseguirà poi con la tappa di Benevento, sulla carta altro arrivo per le ruote veloci del gruppo, prima di imbattersi in un paio di salite che tasteranno la temperatura ai grandi favoriti di questa edizione del Giro d'Italia. La frazione di Roccaraso (ma l'arrivo è posto in cima all'Aremogna, con ascesa finale) costituirà infatti il primo banco di prova per i vari Nibali, Landa e Valverde, senza tralasciare Majka, Uran, Zakarin e lo stesso Dumoulin. Una tappa di media montagna, da non sottovalutare perchè sarà il primo arrivo in salita, storicamente insidioso e con una riserva infinita di sorprese. Verosimile che gli uomini di classifica si muovano solo negli ultimi chilometri, là dove le pendenze si fanno più dure, mentre qualche coraggioso proverà il colpaccio con una fuga da lontano. A Foligno dovrebbero invece tornare a farsi largo a spallate i velocisti, così come la tappa di Arezzo sembra disegnata per colpi di mano, anche perchè domenica c'è la cronometro di quaranta chilometri in mezzo ai vigneti del Chianti, un saliscendi che già spaventa per i distacchi che potrebbe infliggere. Sarà quello il primo vero punto di svolta del Giro d'Italia, che potrà delineare una classifica generale più fedele alle gerarchie della strada, in attesa che siano le Alpi a fare da palcoscenico naturale al grande spettacolo delle salite.