Ai lati della strada, un impressionante brusio accoglie l'uscita dal velodromo di Tom Dumoulin. Il rumore si fa incessante, è un'onda che trascina il gigante della Giant. Il destino allunga la sua mano sulla corsa, regala, per centesimi, il successo all'alfiere di casa, si pone sul cammino di diversi avversari. Vince Dumoulin, vince e tira un forte sospiro, mentre intorno è festa grande. La prima maglia rosa è sua, un titolo da difendere oggi in un'uscita che si addice alle ruote veloci. 

La seconda tappa prende il via da Arnhem per giungere, 190 km dopo, a Nimega. Il disegno non presenta particolari difficoltà. Lungo il tracciato occorre porre attenzione ad alcuni saliscendi, ma il plotone incrocia un solo Gpm, poco prima del circuito finale. Berg en Dal, colle di quarta categoria, lunghezza esigua, 1.1 chilometri, pendenze rilevanti. Si sale costantemente al 6.7%, punte del 12% nel tratto di maggior difficoltà.  

Nulla da segnalare, invece, nel settore conclusivo. Poche le curve che possono mettere a ferro e fuoco il gruppo, gli ultimi 40 km rappresentano un teatro perfetto per la rincorsa, terreno utile per chiudere l'eventuale disavanzo dai fuggitivi. 

Lotta annunciata tra Marcel Kittel - sprinter della Etixx - e André Greipel - velocista della Lotto Soudal - con diversi funamboli abili in volata pronti ad inserirsi nella bagarre: Caleb Ewan e Démare, ma anche gli italiani Nizzolo, Modolo e Viviani. 

Per gli uomini di classifica, una giornata interlocutoria. Importante evitare pericoli e mantenersi nelle posizioni di testa. Il Giro si può perdere proprio in giornate all'apparenza innocue. 

Il percorso:

Il finale: