Se Vincenzo Nibali, Mikel Landa e Alejandro Valverde sono unanimemente considerati come i grandi favoriti per la vittoria finale di Torino nella edizione numero novantanove del Giro d'Italia, non mancano tuttavia gli outsider, corridori che arrivano alla corsa rosa a fari spenti, con l'ambizione di chiudere tra i primi dieci della classifica generale e che potrebbero però - strada facendo, è il caso di dirlo - cullare sogni di podio.

Tra questi c'è sicuramente il colombiano Rigoberto Uran, ventinovenne del Team Cannondale, già maglia rosa nel 2014 e secondo nella generale sia a Brescia (2013) che a Trieste (2014). Dopo essere passato per il Team Sky, Uran ha ora cambiato squadra, divenendone il leader. Scalatore che si difende anche a cronometro, ha conquistato nel 2011 la maglia bianca di miglior giovane, per poi cogliere un inatteso secondo posto con medaglia d'argento nella prova in linea delle ultime Olimpiadi di Londra. Il suo inizio di stagione non è stato esaltante, anche se si è fatto notare la scorsa settimana al Giro di Romandia vinto dal connazionale Nairo Quintana. Altro corridore attesissimo - già dal cronoprologo di Alpedoorn - è Tom Dumoulin, l'olandese del Team Giant-Alpecin, che correrà in casa per le prime tappe. Ragazzo ancora giovane, venticinque anni compiuti lo scorso dicembre, Dumoulin si è rivelato come contendente per i grandi giri all'ultima Vuelta a Espana, in cui è stato a lungo maglia rossa prima di crollare nella ventesima frazione di Cercedilla e finire sesto in una generale vinta dall'azzurro Fabio Aru. Inizialmente considerato esclusivamente uno specialista del cronometro, Dumoulin ha invece dimostrato negli ultimi mesi di poter reggere anche in salita, nonostante il fisico (186 cm per 71 kg) non sia esattamente quello di uno scalatore. Sarà con ogni probabilità uno dei protagonisti delle prime due settimane del Giro, mentre la sua tenuta sulle grandi montagne è tutta da verificare. 

Source: Bryn Lennon/Getty Images Europe
Source: Bryn Lennon/Getty Images Europe

Chi di certo non teme pendenze in doppia cifra e tapponi alpini è il russo Ilnur Zakarin, ventiseienne del Team Katusha. Esploso relativamente tardi, non è alla prima esperienza al Giro d'Italia, dove si è già messo in mostra lo scorso anno, vincendo la tappa di Imola e facendosi notare per una condotta di gara sempre all'attacco. Nel 2015 la sua prima grande affermazione con il successo finale al Giro di Romandia, appuntamento cui si è presentato anche in questa stagione, finendo quarto (esattamente come alla Parigi-Nizza, dove ha anche vinto in volata una tappa di montagna) dopo un appassionante duello con Quintana. Scalatore purissimo, dotato di uno scatto secco che lo aiuta anche negli sprint ristretti, potrebbe non attendere la terza settimana per farsi notare. Classe 1989 anche il polacco Rafal Majka del Team Tinkoff, senza dubbio già più esperto e vincente dei suoi coetanei. Nei primi dieci al Giro nel biennio 2013-2014, il gregario di Alberto Contador si è messo in luce soprattutto nella scorsa stagione, quando ha collezionato una vittoria al Tour de France (la terza della carriera) e il terzo posto nella classifica finale della Vuelta. E' il corridore più completo del lotto degli outsider, forte in salita e discreto a cronometro. Da verificare la competività della sua squadra, che nell'ultimo Giro d'Italia lasciò spesso sola contro tutti la maglia rosa di Alberto Contador.