Si corre domani l'edizione numero 102 della Liegi-Bastogne-Liegi, la Doyenne, la Decana della classiche che chiude la primavera del Nord. E' la giornata più attesa per chi cerca l'exploit sulle Ardenne, nei 253 chilometri in mezzo alle cotes del Belgio, con partenza da Liegi e arrivo ad Ans, periferia della stessa Liegi. Ha luogo in Vallonia ed è definita la Decana delle Classiche (la Doyenne, appunto) perchè la sua prima edizione risale al periodo del ciclismo pioneristico (ultimi anni del XIX secolo) ed è una delle cinque classiche monumento del panorama internazionale (insieme alla Milano-Sanremo, al Giro delle Fiandre, alla Parigi-Roubaix e al Giro di Lombardia).
Il percorso del 2016 presenta qualche novità rispetto a quello tradizionale, soprattutto nel finale. I primi ottanta chilometri di corsa sono i meno duri, poi si comincia ad affrontare le varie cotes disseminate sul percorso, dalla cote de La Roche-en-Ardenne alla cote de Saint-Roch, passando per il Col du Rosier e il Col di Maquisard, salite dove generalmente si sfidano i corridori in fuga, mentre da dietro le squadre dei favoriti tirano per tenere chiusa la corsa. Il primo punto di svolta della Doyenne è rappresentato dalla celeberrima Redoute, due chilometri al 9% di pendenza media, quando all'arrivo mancano quaranta km. E' questo uno dei momenti chiave della Liegi, dove i big cominciano a muoversi e testarsi tra loro. In cima alla Redoute c'è un lungo falsopiano su cui chi ha le gambe può tentare di fare la differenza, magari portando via un gruppetto ben selezionato per arrivare al traguardo. Ma la Liegi non concede tregua, ed ecco spuntare la cosiddetta salita dell'università, la cote de La Roche-aux-Facons, 1.3 km con pendenze in doppia cifra, e cima posta a ventitrè chilometri da Ans. Altri quindici chilometri tra pianura e discesa per entrare nell'abitato di Liegi, per affrontare la Cote de Saint-Nicolas, un chilometro durissimo (8% di media), con un paio di curvoni dove provare a fare il vuoto. E' lo snodo cruciale della Doyenne, quello che anticipa il gran finale verso Ans, ma quest'anno ci sarà una difficoltà altimetrica in più prima del traguardo: si tratta di un muro in pavè, la Cote de la Rue Naniot, primizia un po' fuori contesto che potrebbe scompaginare tattiche di gara consolidate da anni, con pendenze tipiche dei muri delle Fiandre. Gli ultimi tre chilometri vedranno infine una breve discesa prima delle non impossibili rampe che portano ad Ans, con una curva a gomito che introduce i corridori sul largo rettilineo finale. Le condizioni climatiche potrebbero essere avverse, con le previsioni che raccontano di basse temperature e pericolo di neve.
Il percorso
Il finale
Il favorito numero di questa edizione della Doyenne è Alejandro Valverde, il capitano della Movistar reduce dal suo quarto trionfo alla Freccia Vallone. Il corridore murciano ha dimostrato di essere in gran condizioni di forma e inoltre ha un feeling particolare con la Liegi, già vinta tre volte in carriera (l'ultima lo scorso anno). Proveranno a sbarrargli la strada il secondo e il terzo classificato sul Mur de Huy, vale a dire il francese Julian Alaphilippe e l'irlandese Daniel Martin, compagni di squadra alla Etixx-Quickstep. Da seguire con interesse anche il catalano Joaquim Rodriguez, che però non sembra in grado di competere per la vittoria, e l'australiano Simon Gerrans, già vincitore nel 2014. C'è poi il polacco Michal Kwiatkowski, adatto a un finale come quello di Ans e terzo lo scorso anno. Difficile invece vedere tra i protagonisti il belga Philippe Gilbert, apparso completamente fuori forma sia all'Amstel che alla Freccia. Outsider di lusso l'ex iridato di Firenze, il portoghese Rui Costa, compagno di squadra del toscano Diego Ulissi, uno dei tanti italiani attesi a una prova d'autore per l'ultima chiamata sulle Ardenne. Le altre frecce all'arco azzurro rispondono ai nomi di Vincenzo Nibali, che però sta rifinendo la condizione in vista del Giro d'Italia, e Diego Rosa, entrambi in forza all'Astana, anche se è Enrico Gasparotto, dominatore del Cauberg, l'uomo più in forma della pattuglia tricolore, che potrà contare anche su Enrico Battaglin della Lotto-Jumbo e su Giovanni Visconti, ma come primo gregario di Valverde.