Prende il via da domani l'ultima fase di corsa del Tour de France edizione 2015. Senza più cronometro da affrontare, saranno le Alpi a decretare il vincitore della Grand Boucle, protagonista della passerella finale di domenica in maglia gialla per le vie di Parigi. In attesa dei grandi tapponi in programma nei prossimi giorni, analizziamo di seguito la condizione dei corridori meglio piazzati in classifica generale.

Chris Froome

Finora è stato il padrone incontrastato di questo Tour de France. Ha messo in fila tutti i suoi avversari nell'arrivo a La Pierre-Saint-Martin, scavando un solco in classifica difficile da colmare. Il suo vantaggio è dunque rassicurante, il team che ha alle spalle una certezza, nonostante il ritiro di Kennaugh e il rendimento ondivago di Richie Porte. Può contare sul contributo di Geraint Thomas, polivalente corridore gallese scampato ai danni che potevano derivargli dalla caduta di ieri nella discesa di Gap. Il kenyano di Nairobi è il grande favorito per la vittoria finale. Sembra imbattibile in salita, ma potrebbe andare in difficoltà se isolato e vittima di attacchi ripetuti da parte di avversari diversi.

Nairo Quintana

Enigmatico ed ineffabile, il colombiano sembra stare sempre meglio con il trascorrere delle tappe. Fuori giri nel primo arrivo pirenaico, ha provato qualche scatto poco deciso nella frazione di Plateau de Beille. Più incisivo sulle rampe di Mende, dove il solo Froome è riuscito a rimanergli a ruota, ora ha disposizione giornate a lui favorevoli. Se davvero - come dichiara dalla partenza di Utrecht - il suo obiettivo è la maglia gialla, dovrà inventarsi qualcosa di più consistente di qualche attacco a pochi chilometri dall'arrivo. Qualcuno gli ricordi che edizioni del Tour con così tanta montagna non si ripetono tanto spesso.

Teejay Van Garderen

L'americano della Bmc punta al podio, suo obiettivo dichiarato dal Giro del Delfinato. Ex maglia bianca di miglior giovane tre anni fa, Van Garderen è il punto di riferimento del Team Bmc. Bene nel trittico pirenaico, dove è riuscito a rimanere con i migliori, farà la corsa su Contador - e perchè no, su Thomas - cercando di salire con il suo passo sulle salite alpine. In difficoltà a Mende, pare molto più a suo agio su ascese lunghe e costanti piuttosto che su brevi ma ripidi strappi. Difficile vederlo attaccare, l'incognita rimane il suo rendimento nella terza settimana di una grande corsa a tappe.

Alejandro Valverde

Senza infamia e senza lode il Tour del sempre discusso corridore spagnolo. Più pimpante di altre annate in cui era tra i favoriti, può ambire al podio di Parigi, anche se il capitano della Movistar è Nairo Quintana. Potrebbe approfittare dell'attenzione riservata al colombiano per portarsi a casa una vittoria di tappa. Non sembra attualmente in grado di fare la differenza sulle Alpi e scalare posizioni in classifica generale. Se non scoppia può giocarsi il podio all'ombra dell'Arco di Trionfo.

Alberto Contador

L'Albertino del ciclismo internazionale è irriconoscibile. Trasfigurato dalla fatica, ci mette il solito carico di orgoglio del campione, ma le sue proverbiali accelerazioni non hanno al momento fatto male a nessuno. Voleva vincere il Tour, ma ha corso il Giro. Impensabile sfidare un corridore come Froome con fatiche supplementari alle spalle. Di certo non si darà per vinto, attaccherà appena possibile, salita o discesa non farà differenza. Deve sperare in un calo degli avversari per piazzarsi nei primi tre, e in un crollo della maglia gialla per un ribaltone che avrebbe del clamoroso. Non gli manca il coraggio, la sua presenza è garanzia di spettacolo.

Vincenzo Nibali

A picco nelle prime due tappe sui Pirenei, già in difficoltà in precedenza, il siciliano dell'Astana ha dato segni di risveglio a Mende, dove ha attaccato troppo presto e ha pagato nuovamente dazio in classifica generale, e nella frazione di ieri che portava a Gap. La sua condizione sembra in miglioramento, ma i quasi otto minuti che lo separano dalla maglia gialla e i cinque dal terzo posto non lasciano molto spazio a sogni di rimonta. Tutto da verificare il suo rendimento sulle Alpi, nella speranza che possa ottenere almeno un successo parziale, magari sull'Alpe d'Huez, per scolpire il suo nome su uno dei tornanti della leggenda.

I francesi (Pinot, Bardet, Rolland)

Sono la grande delusione di questo Tour. Dopo i grandi risultati dello scorso anno (Peraud secondo, Pinot terzo), i transalpini sognavano un rendimento diverso per i loro giovani virgulti. Subito fuori dai giochi che contano, hanno provato a riscattarsi con fughe da lontano e scatti da moviola. Clamoroso il disastro della tappa di Mende: in testa fino a poche centinaia di metri dal traguardo, Pinot e Bardet hanno fatto harakiri, giocando l'un con l'altro al gatto col topo, finendo invece per essere infilzati da Cummings, incredulo di fronte a tanta ingenuità. Il migliore in classifica generale è dunque Pierre Rolland, protagonista però di un Tour sinora anonimo che sogna di fare il bis sull'Alpe d'Huez. A fondo anche Tony Gallopin, dopo un effimero buon piazzamento nel primo tappone pirenaico. Probabile una loro folta rappresentanza nelle fughe dei prossimi giorni, a caccia di una vittoria di tappa.