Il Tour de France si affaccia sul vialone che conduce ai Campi Elisi. Le Alpi, ultimo girone infernale, si stagliano lungo la terza settimana e si ergono a giudice finale. La maglia gialla, dopo i Pirenei, è sulle spalle di Chris Froome, indenne anche dopo le insidie di Mende e Gap. Il britannico gode di un rassicurante vantaggio, in prima persona si spende una volta soltanto, verso La Pierre Saint Martin, per spazzare via i sogni di Alberto Contador, Vincenzo Nibali e Nairo Quintana. Un salto sui pedali, la caratteristica frullata e un puntino giallo via via più lontano, indefinito. Gli avversari, sciolti dal caldo e dalla fatica, al traguardo uno ad uno, svuotati dall'incedere imperiale del keniano bianco.

Le successive uscite, con arrivo a Cauterets e Plateau de Beille, semplici difese dell'ordine costituito. Froome pone al comando il fidato Porte e lo straordinario Geraint Thomas, l'orgoglio spinge i rivali, qualche colpo di pedale in testa, quasi a voler rinviare la fine del Tour. La maglia gialla si mette a ruota di Quintana, è il colombiano il pericolo vero, l'unico scalatore da seguire con forza. I Pirenei si chiudono così senza squilli, con un refolo di paura che serpeggia in gruppo. Nessuno si spinge a un'azione veemente, a tutta, perché il timore di "ruzzolare" all'indietro è reale. Il montante di Froome, nel primo vero arrivo del Tour, si ripercuote per l'intera cavalcata pirenaica.

Chiusa l'avventura in quota, il gruppo si lancia in una serie di tappe non più d'alta montagna, ma comunque ricche di trappole. Discese, strappi, percorsi nervosi, le classiche giornate senza sosta della corsa più seguita al mondo. A Mende, un finale duro, 3 km che accendono la lotta tra i grandi, Quintana e Contador hanno gamba, almeno per tenere Froome, provare a scalfirne la grandezza. Verso Gap, sul Col de Manse, il volo di Nibali. Una manciata di secondi, difesi con coraggio in discesa.

La classifica, verso Parigi, non subisce scossoni ulteriori, Froome comanda, a piacimento, dietro si lotta per il podio. Quintana è il favorito per la posizione numero due, Contador non ha gambe, ma ha intelligenza e orgoglio, Nibali culla speranze lontane. Nel mezzo Valverde e il regolarista Van Garderen.

Le Alpi non sono cosa da poco e negli ultimi giorni anche l'inossidabile macchina in nero sembra accusare la folle velocità del Tour. Porte, come spesso in carriera, accusa un calo di condizione, resta Thomas - ieri illeso dopo un incredibile fuoripista in discesa, causato da un contatto con Barguil - al fianco di Froome quando la strada sale. Isolare Chris è obiettivo primario e spetta soprattutto a Quintana, con l'ausilio di Valverde, e a Contador, con il fido Majka. Froome, solo, con i suoi dati e la sua bicicletta, può accusare il colpo, concedere qualcosa.

Portare in carrozza il più forte, senza giocare d'azzardo, non è cosa da Tour.