Il problema della pericolosità delle discese nel ciclismo si è riproposto in tutta la sua drammaticità nella tappa del Tour de France con arrivo a Gap. Il corridore francese della Giant Warren Barguil ha urtato e fatto cadere il britannico Geraint Thomas della Sky. Quest'ultimo è finito contro un palo ed è caduto, restando fortunatamente illeso. La caduta avrebbe potuto avere però conseguenze più gravi.
Non è la prima volta che non viene fatto nulla per ridurre i rischi della pericolosità delle discese. Nel 1995 scendendo dal Colle di Portet d'Aspet, sui Pirenei, Fabio Casartelli dopo la caduta perse la vita. Durante la terza tappa del Giro d'Italia 2011 un destino analogo toccò purtroppo al belga Wouter Weylandt, nella discesa di Passo del Bocco. Sempre in quell'edizione della corsa rosa su pressione delle squadre, furono annullate dalla giuria la salita e la discesa dal Monte Crostis, quest'ultima ritenuta troppo pericolosa. Al Giro d'Italia per ridurre la pericolosità delle discese e di conseguenza i rischi dei corridori in più occasioni sono stati posizionati dei materassi e delle reti di protezione. Pur se nelle gare ciclistiche le cadute sono sempre all'ordine del giorno la sicurezza dei corridori dovrebbe essere la priorità.
Perchè al Tour de France nessuno ha mai alzato la voce contro gli organizzatori oppure nei confronti della direzione di corsa, circa la pericolosità delle discese? Che cosa sarebbe successo se al posto di Geraint Thomas fosse caduto un corridore in lotta per la maglia gialla e ciò avrebbe compromesso la sua corsa? La discesa che portava verso Gap presentava numerose curve pericolose. Come mai in questa come in altre occasioni non era presente nemmeno un guardrail? Speriamo che nei prossimi giorni durante le tappe alpine non si verifichino altre cadute nei tratti in discesa. Purtroppo però a seconda delle corse esistono due pesi e due misure per quanto riguarda la sicurezza dei corridori.