La decima tappa del Tour de France 2015, primo arrivo in quota (a La Pierre de Saint-Martin) di questa edizione della Grand Boucle, rischia di aver prematuramente messo una pietra tombale sulla lotta per la maglia gialla. Troppo forte il Froome di oggi per pensare di poterlo contrastare in salita. E' vero, la corsa è ancora lunga, mancano due settimane, ma lo strapotere del kenyano bianco e del suo team Sky ha già messo in ginocchio buona parte degli avversari più accreditati alla partenza di Utrecht.
La Movistar di Quintana ha provato a mettere in difficoltà la maglia gialla, proponendo un ritmo costante sul Col du Soudet e facendo scattare Alejandro Valverde per cercare di isolare il corridore britannico. Ma il team Sky ha risposto alla grandissima, con Porte (secondo al traguardo per una doppietta tutta anglosassone) e Thomas fenomenali nel riprendere il comando delle operazioni e preparare l'accelerazione del loro capitano. Solito mulinello di pedalate e via, ci si vede al traguardo. Distacchi abissali, minuti inflitti in pochi chilometri di salita a corridori come Quintana, Contador, Nibali, Van Garderen, tutti k.o. sotto il solleone dei Pirenei.
I francesi, che oggi celebravano la festa nazionale, sono stati i primi ad arrendersi sulle rampe del gpm hors categorie che conduceva a La Pierre Saint-Martin. Bardet, Pinot, Peraud si sono staccati uno dopo l'altro a inizio salita, spegnendo sul nascere i sogni di gloria - e di podio - dei loro connazionali transalpini. I soli Tony Gallopin e Pierre Rolland hanno retto l'urto dello tsunami Sky, limitando i danni a poco più di due minuti di distacco. Ancor più deludente la prova di Vincenzo Nibali. L'ultimo vincitore del Tour ha confermato le sensazioni delle giornate precedenti, quando si era staccato anche sugli strappetti della prima settimana (perdendo le ruote dei migliori sul Mur de Bretagne). Il messinese è andato in crisi ben presto, mollando la compagnia dei migliori a una decina di chilometri dal traguardo, giungendo all'arrivo con 4'25" di ritardo dalla maglia gialla. Addio sogni di doppietta per lui, con qualche successo parziale unico obiettivo di un corridore clamorosamente in difficoltà. Sia chiaro, anche gli altri rivali hanno preso una sonora batosta da Froome, ma la condizione di Nibali sembra molto lontana dall'accettabile. Il suo Tour potrebbe diventare un calvario durissimo da portare a termine.
Altro sconfitto di giornata è Albertino Contador, probabilmente fiaccato dalle fatiche del Giro e depotenziato da un'età che avanza inesorabile. Lo spagnolo ha tentato di salvare il salvabile salendo con un rapporto molto agile, ma la sua posizione in sella e i suoi contorcimenti sui pedali sono state la prova dei suoi problemi attuali. Che sia stata una defaillance di un sol giorno, magari dovuta al caldo o al giorno di riposo, lo scopriremo presto. Domani c'è il Tourmalet, giovedì si arriva a Plateau de Beille: per avere indicazioni più chiare sullo stato di forma di Contador basta attendere. Molto diversa la corsa di Nairo Quintana. Il colombiano della Movistar è parso pedalare con facilità sino allo scatto versione frullatore di Froome cui non è riuscito a rispondere. Da lì la maglia bianca ha dovuto percorrere una personalissima cronoscalata ad inseguimento, finendo con il fiatone, braccato e poi superato negli ultimi 200 metri da uno splendido Richie Porte. Anche Teejay Van Garderen, probabilmente il corridore di classifica meno adatto a queste pendenze tra tutti gli avversari di Froome, è sembrato pimpante sino agli ultimi quattro chilometri, per poi cedere addirittura 2'30".
La prima tappa pirenaica ha fatto dunque più danni della grandine per tutti coloro che non facessero parte del team Sky. Troppo netto il divario tra la maglia gialla e i suoi potenziali rivali per immaginare un Tour incerto quanto al gradino più alto del podio di Parigi. Il percorso offre agli inseguitori il terreno per recuperare il tempo già perso, e a partire da domani con le ascese del Tourmalet e l'arrivo a Cauterets si capirà quanto sia stato probante il test di oggi. Intanto Froome si è portato avanti con il lavoro, e la sua dichiarazione dopo la cronosquadre sulla possibilità di correre in difesa sembra ora una beffa ulteriore per i suoi avversari.