Un giorno di riposo, dedicato al lungo trasferimento. Il Tour si risveglia ai piedi dei Pirenei e si prepara alla prima tappa con arrivo in quota. Non si tratta di uno strappo secco, come a Huy, come sul Mur de Bretagne, ma di una vera e propria difficoltà, terreno per scalatori puri.
L'arrivo è posto dopo l'ascesa verso La Pierre Saint Martin, 15,3 km al 7,4% di pendenza media. I tratti di maggior difficoltà nella prima parte, quando si sfora con continuità l'11% e nella zona di mezzo dove i corridori devono affrontare tre chilometri al 9%. Il finale si presenta più agevole, dopo il Col de Soudet una volata fin sul traguardo.
In precedenza, nei 167 km da Tarbes a La Pierre Saint Martin, tre Gpm di quarta categoria: al km 66, la Cote de Bougarber, al km 90, la Cote de Viellesegure e, infine, al km 134, la Cote de Montory. Nessuna di queste tre salite misura più di 2 km. Il traguardo volante è posto al km 124, a Trois Villes.
La clasifica generale, delineata dalla cronometro a squadre, vede Chris Froome padrone della corsa, alle sua spalle, a una manciata di secondi, Van Garderen, più staccati i pezzi da novanta. Contador è a un minuto dal vincitore del 2013, situazione più complessa per Nibali e Quintana. I Pirenei possono cancellare quanto visto fin qui?