Ivan Basso saluta il Tour e rientra, in netto anticipo, in Italia. La traversata in giallo si ferma ai piedi dei Pirenei, nel primo giorno di riposo dell'edizione corrente. L'Italia delle due ruote, tradita da Paolini (stop per positività alla cocaina), si dispera per un campione sfortunato. Un tumore ai testicoli stronca l'ultima corsa di Basso sulle strade di Francia.
Una caduta, verso Amiens, i primi dolori e gli esami ad accertare una cruda realtà. Basso lascia il Tour e forse il ciclismo, a 37 anni si prepara a una battaglia lunga e faticosa. Il nemico è invisibile e infido, un demone irrompe nel sogno di un eterno ragazzo.
Nove tappe al fianco di Alberto Contador, per volere di Alberto Contador. Giro e Tour, con compiti di gregariato. Sulle salite d'Italia, lungo le nervose tappe in suolo transalpino, esperienza al servizio del capitano. Basso è l'ombra di Contador, tra i due un rapporto che va oltre il lavoro, amicizia sincera.
Non manca il sostegno del Pistolero, sui social le prime parole di Contador, vicino a Basso, il guerriero. Una pacca sulla spalla, un sincero in bocca al lupo. Da Contador a Nibali, perché il ciclismo unisce e crea vincoli di rispetto e solidarietà.
Queste le prime parole di Ivan:
"Stasera sono a Milano e domani mi opero subito. Ce ne siamo accorti dopo la mia caduta nella quinta tappa (Amiens, ndr): quel giorno sono caduto e ho battuto il testicolo contro la sella, come tante altre volte. Però ha cominciato a darmi fastidio e allora stamattina siamo andati qui a Pau dove c'è un famoso urologo per fare una visita. La tac ha evidenziato la presenza di cellule tumorali nel testicolo sinistro. A questo punto devo tornare subito a casa per operarmi".
Il due volte vincitore del Giro approccia l'ultima salita, uno strappo durissimo, che oscura l'orizzonte. Il volto è disteso, l'occhio vivo, alle spalle un gruppo che sospinge Basso, il ciclismo è con Ivan, gli appassionati scandiscono il nome di un "fratello".