Per la sesta uscita, in programma da Wil a Biel/Bienne, il Giro di Svizzera porta nuovamente alla ribalta le ruote veloci. Dopo una lunga giornata dedicata alla grande montagna, la carovana affronta un'uscita sulla carta abbordabile. Nessun Gpm posto lungo il percorso, solo continui saliscendi, fastidiosi perché posti al termine di una faticosa cavalcata verso Soelden.

Il ritiro di Matthews apre ad altri protagonisti. Il riscatto dei velocisti puri, come Démare, Kristoff, Cavendish è atteso per quest'oggi, senza dimenticare Sagan, cavallo bizzarro, forse troppo istintivo.

Il compito delle squadre degli sprinter è quello di mantenere legata una corsa complessa. La fuga può giungere a compimento, perché le energie sono ormai ridotte, occhio quindi a possibili colpi di coda da lontano.

La prima parte, molto nervosa, favorisce uscite anticipate, servono gambe e coraggio.

Pinot è il nuovo leader della generale, dopo il traguardo di Soelden/Rettenbachferner. Gioco d'astuzia quello del transalpino, in difficoltà (apparente) nella fase iniziale dell'ascesa conclusiva, condotta da Agnoli e dall'Astana, in favore di Miguel Angel Lopez e Fuglsang. Tira e molla sospetto quello di Pinot, fino allo scatto secco nei 2 km finali, a rispondere al precedente allungo di Spilak - nuovo capitano della Katusha data la crisi di Moreno - e del ritrovato Pozzovivo, secondo a 34" dallo scalatore della FDJ.

Resta in corsa per la vittoria finale, Geraint Thomas. Il passista-scalatore del Team Sky non può rispondere alla prepotente accelerazione di Thibaud Pinot, sale seduto, con passo regolare e al traguardo lascia diversi secondi. Ora sono 47 quelli da recuperare a Pinot.

La giornata di ieri segna anche la crisi di Majka, problema in più per Contador in ottica Tour.