Cervinia e poi il Sestriere, siamo al ballo finale. Il Giro si inerpica, per una due giorni da leggenda. Si sforano i 2000 metri, c'è il terreno per regalare spettacolo e emozione. Alberto Contador è il padrone, il monarca. Sul traguardo di Verbania uno schiaffo ai rivali, l'ennesimo. Il leader sistema le cose, rilancia quando Landa perde contatto in discesa, restituendo lo "sgarbo", attacca verso Ologno, solo. Sulla strada trova Hesjedal, accordo tacito e oltre 60" guadagnati. L'Astana si scioglie e si interroga. Conviene accontentarsi, Contador ha personalità e testa da numero uno, è l'unico campione vero sulle strade del Giro.
Oggi, come detto, si fa sul serio. I primi 80 km sono relativamente facili, il primo Gpm è al km 86, Croce Serra è l'antipasto di una lunga giornata. Il clou nei 90 km conclusivi, quando, in rapida successione, si presentano tre ascese di prima categoria. Fatica, fiato corto, lo stress di tre settimane, tutto si condensa nei giorni che decidono se non il Giro almeno il podio. Da Fenis si sale fino a Saint Barthélemy, poi ripida discesa e di nuovo strada all'insù. Se il Saint Bartélemy è sfiancante, lungo 20 km, il Col de Saint Pantaléon è per pendenza più ostico. Oltre il 7% infatti la pendenza media.
Dopo un tratto favorevole, ecco l'ultima asperità di giornata. Cervinia è il traguardo di tappa. 20 km di scalata, con alcuni tratti che toccano il 12%. Per chi ha gambe non manca il terreno per il colpo di coda. Contador cerca il primo successo di tappa, dopo l'impresa del Mortirolo e il graffio di ieri, l'Astana punta a conservare secondo e terzo posto, griffando, se possibile, una tappa mitica.
Lo sviluppo della corsa dipende dalla scelta proprio di Astana e Tinkoff. Le due forze principali del Giro chiudono possibili azioni da lontano o lasciano strada libera agli attaccanti di giornata?
L'altimetria della tappa:
Un focus sulle salite più impegnative: