Una tappa bellissima, per emozioni, strappi, attacchi a raffica. La bellezza del ciclismo espressa, in due modi diversi: uno grazie alla fuga che ha caratterizzato la tappa, lasciando ad una quindicina di corridori il successo di tappa; fuga che ha stroncato in due la gara, lasciando il gruppo dietro anche di tredici minuti e libero di attaccarsi solo per la classifica generale.
Vince Gilbert, davanti a Bongiorno e Chavanel, mentre nelle retrovie, chi ha dato ancora una volta prova della sua immensa forza, ma anche superiorità, è Alberto Contador, che complice una caduta di Landa ed una piccola crisi di Aru, ha guadagnato ancora un minuto sui diretti rivali dell'Astana.
All'arrivo al traguardo, il re del Giro, Alberto Contador, ha così commentato la gara: "Dietro stvamo sprecando molta energia, ho preferito salire del mio passo ed andare anche da solo. Mi sentivo bene, certo che guadagnare oggi è molto importante. Diplomatico? Il caso di oggi è diverso, stavamo tirando davanti, avevamo velocità e conoscevamo la pericolosità della salita. Landa è rimasto dietro e pensavo che comunque Aru veniva con me, poi ho visto che non teneva e sono andato da solo".
La rassegnazione dell'Astana, e dei corridori di classifica, vengono espresse tramite le poche e deluse parole di Mikel Landa: "L'attacco di Contador? Penso che ha visto l'opportunità di farmi fare più fatica, l'ha fatto e ho preso un minuto e mezzo. L'obiettivo è mantenere le due posizioni sul podio e pensare a questo". Aru: "Difesa? Siamo andati tranquilli fino alla caduta, poi abbiamo preso la salita a tutta. Quando è partito Alberto era insostenibile e siamo rimasti li tranquilli salendo del nostro passo. Ora ci sono due giorni duri e vediamo cosa si può fare. Oggi la salita l'abbiam fatta forte, vediamo se domani è uguale. Contador? Avessi avuto le gambe l'avrei seguito, ma non è cosi. Nel finale mi sentivo meglio rispetto all'inizio della salita, siamo stati con Mikel quando lui è andato. Pensiamo a domani".
Il vincitore di tappa, la seconda in questo giro d'Italia, la terza di sempre al Giro, è il belga Philippe Gilbert: "Quando sei in fuga è diverso. Sempre meglio arrivare da soli perchè può sempre succedere qualcosa in volata. E' la prima volta che vedo Contador ancora correre ed io seduto". Se la ride il belga all'arrivo. "Sono contentissimo di questa seconda vittoria. Abbiamo fatto una grande gara anche con Moinard che era in fuga con me. Abbiamo lavorato perfettamente, prima inseguendo in salita, con lui, ed io a ruota. Sapevo che potevo rientrare e poi andare via. Alberto ha attaccato subito per far capire che si sente bene ed è molto forte. Oltre ai 4' di vantaggio voleva dare una dimostrazione di forza e di essere un Campione".
Due dei compagni di fuga del vincitore erano Sylvain Chavanel e Bongiorno. Le parole del francese: "Siamo andati via subito, la tappa era bella e si prestava alle fughe da lontano. Sapevamo che Gilbert se fosse arrivato prima o poi in discesa e avrebbe staccato tutti prima degli ultimi chilometri. Anche se era lontano però sapevamo che stavamo tutti al massimo e non potevamo prenderlo. Contador ha dimostrato di essere superiore sia dal punto di vista tecnico, con il vantaggio di 5', e poi anche psicologicamente sta devastando tutti prima delle ultime salite".
Queste invece quelle dell'italiano all'arrivo: "C'abbiamo provato a tenere il passo di Gilbert ma non c'era niente da fare. E' davvero un fenomeno, s'è gestito, sapevamo potesse rientrare, e quando l'ha fatto è passato come un treno e ci ha salutato. Ho provato a dare tutto in discesa, anche se non sono un discesista, ma era troppo veloce. Gilbert mi ha preso in un momento dove avevo sete (ride n.d.r.). Era troppo veloce, non siamo riusciti a prenderlo subito e quando è andato via sapevamo che non l'avremmo più preso".