Il momento di Richie Porte. L'investitura del Team, una condizione invidiale, una serie di prove giunte a buon fine, la consapevolezza di potersi giocare finalmente la maglia rosa, ad armi pari. L'australiano del Team Sky si prepara all'esordio con tanta fiducia e buone sensazioni, da sconfiggere qualche demone proveniente dal passato, sfortuna e scarsa attitudine, da solcare l'ultimo gradino che separa i buoni corridori dai vincenti.
Il 2015 è fin qui l'anno di Porte, dalla Parigi - Nizza, vinta due volte in carriera, al Catalogna, fino al Trentino, Richie Porte si è imposto in tutte le corse di spicco a cui ha preso parte, respingendo un campo partenti di livello assoluto. Si è confrontato, in salita, con gli avversari del Giro, e li ha presi a schiaffi, in primis Alberto Contador, l'uomo indentificato da tutti come il favorito n.1 per la corsa a tappe italiana.
Negli occhi di Richie una luce nuova, una perfetta gestione dello sforzo. Sulle rampe di Spagna, al Catalogna, ha lasciato sfogare il nervoso Contador, si è accodato e ha lanciato una stilettata. Per il cronometro, differenza minima, ma nella mente dei corridori il testa a testa conta, mettere la ruota davanti, anche solo di pochi centimetri, influenza parecchio.
Porte lo ha fatto, sempre. Spinto dalla voglia di dimenticare un 2014 fallimentare, l'australiano si è imposto alimentazione e allenamento ai massimi livelli e si è presentato tirato fin dalle prime uscite, consapevole del ruolo in seno alla squadra. Porte al Giro, Froome al Tour, la programmazione Sky non prevede deragliamenti o deroghe. Tutto è curato nel dettaglio, maniacale è l'avvicinamento alle corse, maniacale la gestione della corsa. Quando si avvicina il momento indicato, la marea nera inonda la prima parte del gruppo, in rigorosa fila indiana i gregari svolgono quanto richiesto, fino all'entrata in scena del capitano, al Giro Richie Porte.
Il percorso attrae il tasmaniano, perchè la lunga cronometro è terreno di caccia, per guadagnare minuti e costringere Aru e Contador a spendere energie, mentali e fisiche, per trovare il giusto punto in cui sferrare l'attacco in un'ultima settimana infernale. Oltre 60 km contro il tempo, un'eternità, secondi che si accumulano, se si guarda alla classifica.
L'unico dubbio sulla tenuta. Porte è sempre stato, fin dagli esordi, corridore da brevi corse a tappe, con momenti di vuoto nell'arco delle tre settimane. Si è preparato per questo, per mantenere una condizione adeguata lungo le 21 tappe in rosa, per colmare le lacune che in passato han segnato il saluto alla maglia. Per chiudere la porta agli scettici e sedersi al tavolo con Re Alberto, alla pari, lungo le rampe d'Italia.