Un Giro d'Italia 2015 in versione light? In tanti avranno espresso questo pensiero una volta visionato il percorso dell'edizione numero 98 della corsa rosa.
Non mancano certamente le salite, ma a differenza degli altri anni, è difficile individuare una tappa proibitiva, il classico tappone dolomitico che non ti lascia respiro o quell'arrivo in salita destinato a riservare pesanti distacchi ai corridori.
Più spazio, dunque, alla fantasia ed attenzione soprattutto ai cronoman, perchè per una volta il Giro d'Italia potrebbe decidersi proprio contro il tempo.
Analizzando nel dettaglio le 21 frazioni della corsa rosa, quella decisiva rischia di essere proprio la crono da Treviso a Valdobbiadene: 59,4 km di sforzo intenso e prolungato. Chi gestirà male le forze rischia di accumulare un ritardo incolmabile.
Dunque estrema attenzione a chi come Richie Porte e Rigoberto Uran è in grado di interpretare al meglio queste prove.
Il Giro 2015 inzierà, come spesso accaduto negli ultimi anni, con una crono a squadre: 17,7 km da San Lorenzo a Mare a Sanremo. Un omaggio al festival ed un buon modo per rompere il ghiaccio. I distacchi non saranno elevati, ma una prova a squadre è sempre molto delicata ed esige estrema attenzione.
Non mancheranno le insidie nel corso della prima settimana. Il primo arrivo in salita lo vedremo già alla quinta tappa, quando si transiterà in cima all'Abetone, un'ascesa certamente non proibitiva, ma che potrebbe fare la prima selezione, considerata soprattutto la sua lunghezza (17 km al 5% di pendenza media).
Più impegnativo, invece, il secondo arrivo in salita posto all'ottava tappa. L'ascesa di Campitello Matese, con i suoi 13 km al 7% di pendenza media, si farà sentire sulla gambe degli atleti e sarà il primo momento chiave della corsa.
La seconda settimana del Giro si prospetta più facile rispetto agli anni precedenti. Ci sarà qualche trabocchetto nella tappa di Imola, ma per il resto potrebbe rivelarsi come una lunga attesa in vista della tappa chiave: la cronometro di Valdobbiadene alla 14° tappa.
Non sarà una prova interamente pianeggiante, specie negli ultimi dieci chilometri quando la strada tende a salire leggermente. Come accennato in precedenza, sarà qui che conosceremo chi non può vincere il Giro e che si delineerano le gerarchie della corsa.
Il secondo weekend del Giro d'Italia sarà senza ombra di dubbio infuocato. Il giorno dopo la crono, infatti, è previsto il temibile arrivo in salita in cima a Madonna di Campiglio, dopo aver affrontato poco prima il passo Daone. Ci sarà, dunque, subito l'opportunità per gli scalatori di provare a recuperare quando lasciato sul terreno il giorno prima.
L'ultima settimana, come sempre al Giro, promette scintille. Non ci sarà letteralmente un attimo di respiro.
Si comincia martedì 26 Maggio con la Pinzolo-Aprica: sarà questo il giorno del Mortirolo posto a 35 km dall'arrivo. Quasi 12 km di salita all'11% di pendenza media per un'ascesa che ha fatto la storia del Giro e che scriverà un'altra pagina del romanzo rosa in occasione dell'edizione numero 98.
E chissà che sull'erta dedicata Marco Pantani, Contador non possa piazzare un numero dei suoi, come tante volte ha saputo fare nelle corse a tappe da lui disputate.
Sarà molto insidiosa la 18° frazione con arrivo a Verbania. La salita di Ologno potrà stimolare la fantasia di chi vorrà provare ad inventarsi qualcosa, visto che dal suo scollinamento (-35km) ci sarà solo discesa fino al traguardo.
Quello appena descritto sarà però solo l'antipasto in vista del gran finale al confine tra la Valle d'Aosta ed il Piemonte. Quest'anno, infatti, a decidere la corsa saranno le Alpi e non le Dolomiti.
La 19° tappa è forse la più dura in assoluto, con i suoi 236 km da percorrere e tre gran premi della montagna di prima categoria in rapida successione. L'ultimo fa capolinea a Cervinia. In questa frazione non ci si potrà più nascondere e si faranno senza dubbio sentire le fatiche della crono e del Mortirolo.
La ciliegina sulla torta arriva alla vigilia della conclusione e ce la regala il mitico Colle delle Finestre. La chiamano la "salita degli indiani" perchè il paesaggio ti permette di scorgere in lontananza i tifosi in cima, accampati come fossero degli indiani, per l'appunto. Diciotto chilometri e mezzo al 9% di pendenza media e gli ultimi 8 km in sterrato sono garanzia di spettacolo e rappresentano la migliore promozione per il Giro in tutto il mondo, qualora ce ne fosse bisogno.
La tappa si conclude a Sestriere, su una salita non impossibile, ma dura quanto basta per tagliarti le gambe dopo le fatiche del Colle delle Finestre.
La frazione conclusiva sarà da Torino a Milano, due grandi città italiane che sono pronte ad accogliere un Giro non proibitivo, ma non per questo meno spettacolare.