Si chiama Plan di Montecampione e forse il suo nome non è del tutto casuale. Sono tre gli atleti nella storia del Giro d'Italia ad aver domato questa salita.
I primi due non hanno bisogno di presentazioni. Si tratta di Bernard Hinault e Marco Pantani, due campioni assoluti ed immortali che hanno fatto la storia del ciclismo.
Il terzo è un nome meno conosciuto o forse lo sarà ancora per poco tempo: Fabio Aru. L'esplosione del corridore sardo ha una data ed un luogo ben preciso: il 25 Maggio 2014 proprio sulla salita di Montecampione. Sulle stesse strade che hanno incoronato Hinault e Pantani abbiamo conosciuto la progressione incessante del campioncino di Villacidro.
Fabio Aru è un corridore che viene dai campi sardi e che vuole ritagliarsi un posto nelle terre più ambite del ciclismo internazionale, fino ad arrivare un giorno ai campi più prestigiosi che un ciclista possa sognare: le Champs-Elysée a Parigi.


Per adesso, però, l'atleta sardo è chiamato a vincere la sfida più difficile, quella della conferma dopo l'esplosione. La sua, però, non è stata un'esplosione qualunque, ma un vero e proprio meteorite abbattuto sui più grandi della disciplina.
Perchè non è facile a neanche 24 anni, vincere una tappa di alta montagna al Giro d'Italia, salire sul gradino più basso del podio e poi ripetersi alla grande alla Vuelta.
Nella corsa a tappe spagnola si è dovuto accontentare (si fa per dire) di un quinto posto nella classifica conclusiva, impreziosito, però, da due vittorie di tappa; successi arrivati, peraltro, con il marchio di casa Aru: scatto in salita, possibilmente nella parte conclusiva dell'ascesa ovvero quando le energie sono ormai a lumicino, lungo rapporto e progressione prolungata sui pedali. Un'azione degna dei migliori scalatori e che pochi nel panorama ciclistico internazionale possiedono nel proprio bagaglio tecnico.
Per questo motivo si sono sprecati i paragoni con alcuni grandi della storia del ciclismo. Uno di questi è proprio quello scalatore che lo precede nell'albo d'oro della tappa di Montecampione e che fa Marco di nome e Pantani di cognome. Ci fermiamo qui, meglio non proseguire con comparazioni che potrebbero risultare affrettate oltre che fuori luogo.


Quest'anno Aru si presenta alla corsa rosa con un duro fardello da sopportare. Insieme a Richie Porte e Rigoberto Uran viene considerato il principale rivale di Alberto Contador, unico e vero favorito del Giro d'Italia. Responsabilità mica da poco per un giovane di 24 anni che si appresta a guidare un team prestigioso come l'Astana, (la squadra di Vincenzo Nibali per intenderci).
Fabio Aru, però, non sembra un tipo facile da scalfire, neppure se milioni di italiani si apprestano a seguire il Giro osservando ogni sua pedalata e tifando per un'impresa che andrebbe di diritto nella storia del ciclismo italiano.
Potrebbe rappresentare un problema, invece, la dissenteria che ha avuto nei giorni scorsi e che gli ha impedito di correre al Giro del Trentino. Un malanno, questo, che gli ha fatto perdere ben 5 chili. In questi giorni Aru si è allenato duramente sul Sestriere per provare a mettere chilometri sulle gambe e recupare la condizione dopo i giorni di malattia.
Il corridore sardo si presenterà alla corsa rosa con pochissimi giorni di gara alle spalle (Parigi-Nizza e Giro di Catalogna), un aspetto che, soprattutto nella prima settimana, potrebbe incidere parecchio e sappiamo benissimo come il Giro riservi molte insidie anche nei primi giorni di corsa.
Un ulteriore elemento di incertezza è fornito dalla cronometro di Treviso-Valdobbiadene: quasi 60 km di lotta contro il tempo che rappresentano un'incognita per tutti e lo sono a maggior ragione per un atleta giovane che non ha grande esperienza negli sforzi prolungati. In inverno Aru ha lavorato molto sulla sua attitudine alle prove contro il tempo, dimostrando importanti progressi da verificare però sulla strada.
Non mancheranno certamente le salite sulle quali potrà dimostrare tutto il suo talento, tentando magari un'azione come quella a Montecampione l'anno scorso. L'obiettivo più credibile è sicuramente il podio: una conferma del risultato ottenuto nella passata stagione sarebbe un buon viatico per il futuro. Ma sarà ancora più importante per lui dimostrare di aver compiuto un ulteriore step nel suo processo di maturazione, crescendo in continuità nell'arco delle tre settimane e mostrando miglioramenti a cronometro.
Da questi due aspetti passerà il presente ed il futuro prossimo di Fabio Aru.