Sul traguardo di Porrentruy va in scena un remake di quanto visto a Saint Imier, Michael Albasini conferma la leadership al Giro di Romandia conquistando il secondo successo di tappa, davanti a Julian Alaphilippe e Damiano Caruso.
I 172,5 km che prendono il via da Moutier assomigliano per andamento a quelli del giorno precedente, 4 i colli da scalare, lontani però dal traguardo e non con pendenze proibitive. I due Gpm di seconda categoria, il Col de la Croix e il Col de Rangiers, con punte che toccano il 10%, sono all'interno del tracciato e non stuzzicano azioni importanti. Lo scenario è quindi il medesimo, fuga al via e lenta rincorsa del gruppo.
Sono in tre a guadagnare vantaggio - Bulgac, Cheng Ji e Wandewalle - dietro Orica e Team Sky a guidare il gruppo che inizialmente lascia ampio margine. Quando il disavanzo supera gli otto minuti si comincia a fare sul serio e l'andatura sale vertiginosamente, perché in prossimità delle scalate si fa viva la Movistar. Cheng Ji è il primo a cedere, a ruota salta Bulzac, l'ultimo ad arrendersi è Wandewalle.
Nei 20 km finali si scatena la bagarre. Atapuma e Anacona, già vivi ieri, allungano con Mederel, si muovono anche ruote importanti, da Quintana a Nibali, ma la strada non concede colpi di coda, si giunge così all'attesa volata a ranghi ridotti e a prevalere è ancora una volta Albasini, specialista in tappe di media difficoltà come quelle affrontate fino ad ora al Giro di Romandia.
In classifica, lo svizzero ha ora 20" sul compagno Ivan Santaromita.