Il volo solitario di Richie Porte a concretizzare il lavoro di squadra del Team Sky. L'australiano conferme le buone indicazioni di inizio stagione e si prende il primo arrivo in quota del Giro del Trentino. Il traguardo, posto a Brentonico, è ideale, perché propone una scalata conclusiva di 8 km, con alcuni tratti impegnativi e pendenze oltre il 15%. Porte sfrutta fino all'ultimo l'operato di Siutsou e David Lopez e parte al contrattacco, quando Pirazzi alza l'andatura. L'accelerazione di Porte taglia le gambe ai migliori, solo Mikel Landa tenta un vano recupero.
Il chilometro conclusivo è pianeggiante e per Porte l'arrivo è in parata, con Landa a 16 secondi. Terzo un redivivo Cunego. Damiano regola un piccolo gruppetto giunto a 32", da segnalare in casa Italia il sesto posto di Zardini, il settimo di Cataldo, l'ottavo di Pirazzi. In classifica generale, Porte ha 24" su Landa e 42" su Konig, oggi quarto. Quarto Cataldo a 57".
La seconda tappa segue la cronosquadre inaugurale vinta dalla Bora-Argon 18, con maglia di leader indossata da Cesare Benedetti, e prende il via da Dro per giungere a Brentonico dopo 168,2 km. Nel percorso, la salita forse più ostica di questo Giro del Trentino. Passo di Santa Barbara, vetta al km 146, 12 km con pendenze tra l'8% e il 12%. Prima il Passo Sant'Uldarico, 12 km al 3%, a chiudere gli 8 km verso Brentonico, con uno strappo durissimo a meno di 3 km dal traguardo.
A caratterizzare la giornata la fuga di Sterbini, Hansen, Tedeschi, Quaade, Evtushenko e Postlberger. Il gruppo, guidato dalla Bora-Argon, lascia fare, mantenendo il distacco all'interno dei 5 minuti. Il primo a mollare, tra i battistrada, è Evtushenko, e verso il Passo di Santa Barbara la corsa vive il suo momento più atteso. Sterbini è il primo ad allungare, Postlberger si mette a ruota, gli altri alzano bandiera bianca. Dietro cresce l'andatura del gruppo, che divora il disavanzo dai battistrada. Pirazzi scatta, ma i big non lasciano strada, il plotone si riduce a meno di venti unità, presenti Porte, Cunego, Pozzovivo, Bardet, Peraud.
La discesa, con la fuga ormai esaurita, porta agli 8 km finali. Porte schiera i gregari, in attesa di pendenze in grado di far male. L'accelerazione di Pirazzi è il trampolino perfetto per l'australiano. Landa ha ancora forza per alzarsi sui pedali, ma Porte è di una categoria a sé stante. Vince e si conferma il favorito.