Vince John Degenkolb (Giant - Alpecin), ma vince anche la noia e l'attendismo. La Parigi - Roubaix 2015 si rivela una delle Roubaix più tattiche degli ultimi anni.
Il forte vento contrario, presente in alcuni tratti di pavè, e la mancanza di un chiaro favorito rendono la corsa estremamente equilibrata. I corridori cercano di risparmiare le energie, consapevoli di potersi giocare un'opportunità importante nel finale.
In realtà a mancare negli ultimi chilometri sono proprio le gambe: ecco perchè vediamo poche azioni in grado di fare veramente la differenza, con tratti storici come il Mons en Pevele ed il Carrefour de l'Arbre passati senza che ci sia un vero e proprio scossone nel gruppo dei favoriti.
Uno dei gesti tecnici più belli di questa Roubaix povera di emozioni, lo realizza, però, proprio John Degenkolb quando a meno di dieci chilometri dall'arrivo si riporta da solo su Greg Van Avermaet e Yves Lampaert, avvantaggiatisi poco prima.
Il colosso tedesco si dimostra poi il più brillante del plotone e con una volata imperiale nel velodromo di Roubaix ottiene la sua seconda vittoria in una classicissima in questa stagione. Dopo il successo alla Milano - Sanremo si impone in quella che è la gara di un giorno che tutti vorrebbero vincere.
Si tratta dell'ennesima grande prova di un atleta che dimostra ancora una volta di non essere solamente un velocista, ma un corridore in grado di saper leggere la corsa e di saper guidare la bicicletta sulle pietre.
Per lui si tratta, infatti, del secondo successo in una classica del Nord dopo la vittoria della Gand-Wevelgem nella passata stagione.
Giova dire, però, che l'andamento della corsa ha senza dubbio favorito un corridore come Degenkolb, il quale avrebbe certamente firmato alla vigilia per avere una gara senza pioggia e senza azioni prepotenti sui tratti in pavè. Ci ha provato a movimentare la corsa la Etixx - Quick Step, ma ancora una volta lo squadrone belga si è dovuto accontentarsi di un piazzamento.
Questa volta ad arrivare sul podio è Zdenek Stybar, ottimo secondo, ma troppo attendista nei tratti di pavè. Terzo arriva Greg Van Avermaet, eterno piazzato delle classiche del Nord. Negli ultimi due anni ha ottenuto due terzi posti tra Roubaix e Giro delle Fiandre ed una seconda posizione nella passata edizione della Ronde van Vlaanderen.
Questi atleti nulla hanno potuto nella volata conclusiva al cospetto di un Degenkolb irresistibile. Il tedesco si presentava come il favorito tra i sette del gruppo di testa e ha saputo interpretare lo sprint al meglio, impostando l'ultima curva al comando e vincendo con un paio di biciclette di vantaggio.
Sono tanti i delusi in questa edizione della Roubaix. Già detto degli uomini della Etixx - Quick Step, una menzione speciale la meritano tre atleti.
Il primo è senza dubbio Alexander Kristoff, per molti il favorito della vigilia dopo il successo al Fiandre. Il norvegese, in realtà, appare in giornata no fin dai primi chilometri e chiude al decimo posto.
Corre tra i primissimi, invece, Peter Sagan ma ancora una volta non basta. La condizione dello slovacco non è paragonabile a quella degli anni passati, oggi, come nelle passate edizioni di Fiandre e Roubaix, gli manca la sparata negli ultimi chilometri.
Con ogni probabilità prima o poi arriverà la vittoria in una classica del Nord, ma l'impressione è che Sagan cominci a patire psicologicamente questa astinenza di successi al Fiandre e alla Roubaix.
Finisce, invece, con un diciottesimo posto la carriera su strada di Bradley Wiggins. Il corridore britannico aveva messo nel mirino questa corsa ormai da qualche mese, sperando di poter chiudere in bellezza la sua attività agonistica nel ciclismo su strada; nulla, però, ha potuto di fronte ad atleti più abituati a correre la Roubaix e con una condizione di forma migliore.
Non pervenuti, infine, gli italiani: il migliore sarà Marco Marcato 22°. La speranza è che Amstel, Freccia e Liegi possano essere più favorevoli alle ruote azzurre.