Geraint Thomas stronca la resistenza di Zdenek Stybar, vede Peter Sagan contorcersi vittima dei crampi, si alza sui pedali, dopo aver solcato 17 muri, 4 in pavè, e si prende di forza la E3 di Harelbeke. L'immagine che chiude la giornata del Nord sigilla la supremazia del britannico in forza al Team Sky, capace di cogliere il momento giusto per spezzare la corsa sull'Oude Kwaremont, ultima difficoltà in pavè, e di lanciare poi un ulteriore assalto a pochi chilometri dal traguardo.
Stybar prova a dar fondo alle residue energie, ma la progressione di Thomas è letale, ancor peggio va a Sagan, il favorito, in un eventuale arrivo in volata. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, con le accuse di Tinkov a Rijs, rimosso dall'incarico, e la rabbia dello slovacco per il mancato apporto di Breschel nel finale della Sanremo, un altro colpo alle certezze della Tinkoff - Saxo, ormai appesa alla classe di Alberto Contador, impegnato in questi giorni sulle strade di Spagna.
La E3 di Harelbeke porta con sè tutte le caratteristiche delle grandi classiche. Chilometri, muri, fatica, dolore, una lotta continua, una corsa che vive su determinati momenti, una sfida sottile, sul piano psicologico. Non manca la fuga di giornata - oltre 9 minuti di vantaggio - non mancano gli assalti da lontano, con Trentin che si muove già sul Taaienberg.
Il primo vero esame sul Paterberg, pendenze attorno al 12%, con Devenyns che allunga davanti, Vanmarcke che apre le danze in gruppo. Mentre si sgretola il gruppo dei battistrada, dietro si fa la corsa. Il colpo giusto sul muro successivo, l'Oude Kwaremont. 2.200 metri, in tre a fare il vuoto, Sagan, Thomas e Stybar. Van Avermaet vola a terra, Paolini è straordinario, ma non basta.
Thomas non può attendere lo sprint e parte prima, Stybar si "aggrappa" alla bicicletta, scomposto. Sagan si ferma, i crampi impongono la resa. Il britannico vince in solitaria, il ceco è piazzato, Trentin anticipa Kristoff in una volata di gruppo.
Da molto tempo Cancellara è lontano dalla strada, la sua corsa si interrompe intorno al 60° chilometro. Cade rovinosamente, si rimette in sella, per onorare una corsa in passato domata tre volte. Il dolore spegne l'ardore del campione di Berna, il nord perde il suo figlio prediletto, brutta giornata, per Cancellara, per tanti. Si ritira Bonifazio, anche lui a terra, lascia Quintana, non per niente paragonano le corse del Nord all'Inferno.