Elegante, angelica, sul ghiaccio, dura, di carattere, nella vita. Proprio le esperienze negative tra pattini e lamine hanno forgiato Carolina, cresciuta nelle difficoltà, soggiogata dalla pressione, fino al punto di svolta, fino a quando la pressione, da peso schicciante, diventa compagno fedele. Non è più bambina Carolina, oggi è donna e da donna punta i piedi. Non basta la riduzione sull'iniziale richiesta di squalifica, la Kostner vuole di più, vuole essere pulita. 

Un anno e quattro mesi, questa la pena inflitta alla pattinatrice, con l'attenuante dell'amore a mitigare quanto chiesto dall'accusa. Carolina dice no e prepara il ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Dal giorno di Oberstdorf, con la risposta d'istinto a salvaguardare il fidanzato Alex, una sequela di giudizi e tribunali. 

La Kostner rifiuta l'accostamento al doping, allontana ogni possibile favoreggiamento, con forza. "Non ho nulla a che fare con il doping e sono contenta che almeno questo sia stato riconosciuto ufficialmente dal Tribunale del Coni. Ma non può bastarmi, sono sempre determinata a difendermi in ogni modo fino a quando non sarò riuscita a far emergere fino in fondo la verità".

Ora si attende la decisione della Procura Antidoping. Non solo la Kostner infatti ha facoltà di ricorre contro la sentenza del tribunale Antidoping. Anche Procura e Wada possono spingere per ottenere un incremento della sanzione, vista la decurtazione per "amore" ottenuta dall'atleta.