Si chiude la folle corsa del Tour. Si chiude con il quarto successo, in volata, di Marcel Kittel. I Campi Elisi accolgono il re in giallo, Vincenzo Nibali. L'Italia del ciclismo riassapora, sedici anni dopo Pantani, la gloria. Saliamo idealmente con Vincenzo sul podio più prestigioso, ci avvolgiamo a lui con gratitudine, riconoscenza. 

"Avevo già anticipato che nessuna gioia poteva essere paragonabile a questa vittoria, ottenuta qui a Parigi. Ora posso dire che l'emozione che si prova è veramente indescrivibile. Ho costruito il successo partendo da lontano con la mia squadra. Quando si raggiungono obiettivi così grandi non si è mai da soli". Il campione gentile ringrazia i compagni, un Team con cui continuerà anche in futuro, dopo gli screzi, ormai lontani, di inizio stagione. 

"Merci a tout le francais, merci a tout le monde", il saluto alla Francia, sedotta dallo sguardo amico del padrone. 

Emozioni, momenti, sensazioni. Il vortice del Tour inghiotte ogni cosa e poco dopo lo striscione conclusivo non resta che fermarsi un attimo a godere di quanto fatto, a ripensare a quanto si è costruito "Non riesco a esternare le emozioni ma dentro di me ho dovuto prender tante volte il fiato. L'emozione dei Campi Elisi è incredibile. Adesso posso dirlo: Ho vinto il Tour de France. Finalmente posso recuperare le mie energie. E' stata una fatica grande. La maglia arrivata dal secondo giorno. Non è facile arrivare così alla fine. È stato un cammino, vanno ringraziate le persone che ci sono state, che mi hanno aiutato nei momento difficili. È difficile dire cosa significa questa maglia gialla".

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo