Insidie da Tour. Con i Pirenei alle spalle e i Campi Elisi all'orizzonte, la carovana in giallo si tuffa nella diciannovesima tappa, con arrivo per velocisti a Bergerac. A trionfare è il coraggioso Ramunas Navardauskas, partito a meno di 15 km dal traguardo, in vetta alla Cote de Monbazillac. Su un asfalto reso viscido dalla forte pioggia, il corridore della Garmin Sharp si lancia in picchiata creando il solco necessario per anticipare il gruppo nel lungo rettilineo verso il traguardo.
A favorire l'impresa una caduta intorno ai 3 km dal traguardo nella prima parte del gruppo. Tanti nomi coinvolti, da Bardet a Schleck, fino allo sfortunato Sagan, uno dei favoriti della vigilia, ancora alla ricerca dell'assolo personale. Rischia, ma si salva, Vincenzo Nibali. Non cade la maglia gialla e giunge sotto lo striscione un minuto dopo il vincitore. Distacchi azzerati visto il chilometro in cui il plotone si è frantumato. Il gruppo era già oltre il cartello dei meno tre. Vano quindi l'assalto finale di Valverde e Pinot, unici due superstiti, senza danni.
A caratterizzare la tappa una fuga a cinque con protagonisti ormai noti. Il campione svizzero Elmiger, Guatier, Taaramae, Gerard e Slagter. Proprio quest'ultimo è il più combattivo. Allunga da solo a 30 km dal traguardo e resiste fino all'unica asperità di tappa. Qui le gambe si fanno pesanti e quando sopraggiunge Navardauskas, compagno di Team, a Tom Jelte non resta che alzare bandiera bianca. Dietro prova Trentin, ma Sagan tiene vicino il gruppo. In discesa Tinkoff e Omega Pharma lanciano l'inseguimento, ma la caduta stronca il piano delle squadre dei velocisti. A esultare è Ramunas Navardauskas. Degenkolb e Kristoff completano il podio.