Al Tour de France non poteva mancare la Romagna. Eppure per tredici anni di romagnoli sulle cime di Pirenei e Alpe d'Huez non s'era vista neppure l'ombra. Da quel lontano 2000, con un Pantani di nuovo in forma a vincere sul Mont Ventoux su Lance Armstrong. Solo il tabù è stato spezzato da Alan Marangoni lo scorso anno. Sabato toccherà a Matteo Montaguti, meldolese classe '84 in forza alla squadra transalpina dell'AG2R. Con un passato in pista, e professionista su strada dal 2008, per Montaguti è il debutto alla Grande Boucle di Francia. Un traguardo meritatissimo, ottenuto grazie agli enormi sforzi fatti in questi anni, e soprattutto nella stagione ciclistica in corso.
Il trentenne meldolese non ha praticamente mai riposato in quest'annata, correndo fra l'altro un Giro d'Italia molto buono, con l'ottimo piazzamento nella tappa di Vittorio Veneto, dove il bel quinto posto poteva forse essere qualcosa in più. Correre il Tour è il sogno della vita di ogni ciclista. Diventa un onore e perchè no, un onere, se sei romagnolo e magari da piccolo hai guardato col nonno o il papà le vittorie dell'altro romagnolo, Marco Pantani, in maglia gialla. L'onere in più, per Matteo, è quello di essere l'unico portabandiera romagnolo al Tour, visto che la Cannondale non ha convocato Alan Marangoni. Dal canto suo, Montaguti si dice carico per la grande avventura, pronto a buttarsi in tutte le tappe, forte di una condizione molto buona.La vittoria di tappa resta l'obiettivo principale, ma già esserci vale il prezzo del biglietto per l'Irlanda del Nord, da cui sabato partirà il Tour.