Non sorride nemmeno dopo il 3-0 Mike Babcock, l'Head Coach canadese, quasi impassibile di fronte al trionfo dei suoi: in effetti, considerato quanto espresso sul ghiaccio dal Canada, non è stata propriamente una finale in bilico fino all'ultimo. E' finita 3-0( 1-0; 1-0; 1-0) per le foglie d'acero, che battendo con merito la Svezia conquistano il secondo titolo olimpico consecutivo( il nono in totale).
Comincia subito forte la nazionale nordamericana, che trova sulla sua strada un ottimo Lundqvist( il migliore fra i suoi). Il fortino svedese, però, non regge a lungo: al 12:55 è Toews che, assistito da Carter e Weber, apre le marcature. La frazione centrale si apre con 1 minuto e 47 secondi di powerplay svedese( Kunitz in panca puniti per bastone alto a fine primo periodo), ma gli scandinavi non riescono a sfruttare l'occasione. Il Canada può così riprendere a macinare gioco, finchè al 35:43 Sidney Crosby conclude una ripartenza solitaria battendo nuovamente Lundqvist: 2-0 e partita decisamente indirizzata.
Nel terzo periodo ci si aspetta che la Svezia tenti almeno una reazione disperata, ma in realtà non c'è più partita: Crosby e compagni dominano in lungo e in largo, rendendosi pericolosi a più riprese. Ci pensa allora Chris Kunitz, al 49:04, a chiudere definitivamente questa finale con una splendida conclusione; un minuto più tardi arrivano 2 minuti di penalità per Perry, ma gli svedesi perdono l'ultima occasione di rimanere attaccati alla sfida e di battere il perfetto Price. Le fasi conclusive sono una trionfale passerella per una nazionale fortissima, che ha saputo coordinare alla perfezione un talento devastante con la grande disponibilità al sacrificio di tutti i suoi elementi. La sirena finale rende ufficiale il tutto: il Canada è di nuovo campione olimpico.