La procura antidoping del CONI ha chiesto la squalifica a vita di Danilo Di Luca, 37 anni, giá squalificato in passato per doping e quindi recidivo. Il 29 aprile scorso Di Luca fu trovato positivo all’EPO e poi venne espulso dal Giro d’Italia e oggi è arrivata la richiesta. Considerata l’etá e i precedenti, la carriera di Di Luca si avvia verso una fine ingloriosa, la stessa di tanti ciclisti vincenti degli ultimi 15 anni. Nel 2010 venne sospeso per due anni, ridotti poi a un anno e 3 mesi per la collaborazione prestata dal ciclista, che raccontó particolari sulle pratiche dopanti pur senza fare nomi di altri colleghi.
Questo il comunicato del CONI pubblicato oggi:
"L'Ufficio di Procura Antidoping ha disposto il deferimento di Danilo Di Luca (tesserato Fci) alla Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del Coni per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell'art. 2.1. del Codice Wada in relazione alla positività per presenza di Eritropoietina ricombinante riscontrata in occasione del controllo antidoping disposto fuori competizione dall'Unione Ciclistica Internazionale (Uci) in data 29 aprile 2013, con richiesta di squalifica a vita, attesa la seconda violazione della normativa antidoping Wada, nonchè l'invalidazione dei risultati agonistici conseguiti successivamente al prelievo biologico di che trattasi".
Di Luca vince il Giro nel 2007, con 8 tappe concluse al primo posto. Inoltre nel suo palmares ci sono un Giro della Lombardia, una Liegi-Bastogne-Liegi e un Amstel Gold Race.