Esce di scena la Zarina. Sarà un addio, forse un arrivederci. Ma non importa: è una notte da brividi al Luznikhi, in uno stadio che è tutto per lei, tutto ai suoi piedi. Yelena torna sul trono del salto con l'asta in una serata magica. Il flop di Berlino 2009, quellodi Daegu, il bronzo olimpico, battuta da quella Jennifer Suhr che sembrava avesse potuto iniziare una nuova era; tutto lasciato alle spalle. Perchè la Zarina è tornata, ha lasciato il suo segno e ora si prenderà una pausa: un fortunato uomo del mistero da sposare, poi l'idea meravigliosa della maternità. E alla fine un altro pensiero stupendo: Rio 2016. Ma prima c'è da festeggiare questo titolo mondiale, bellissimo, meraviglioso: perchè vinto in casa, perchè nessuno la pronosticava come vincitrice.  Con lei esultano la Suhr e la cubana Silva, le nuove regine dell'asta che prenderanno sicuramente il posto di Yelena. Il futuro si spalanca loro davanti, ma questa sera non c'è posto per le due sul proscenio dello stadio olimpico di Mosca, perchè tutto il popolo dell'atletica è per lei, Elena da Volgograd. E' li a spingerla in un tentativo di record del mondo, lassù, a 5.07 dove ci sono le stelle. Per l'oro basta e avanza il 4.89 che nessuna delle avversarie riesce a eguagliare: quella porta, gli dei dell'atletica, l'hanno sbarrata ad altre che non siano la regina venuta dalla fredda Siberia.

Attrice - Da attrice consumata Yelena sa bene come prendersi la scena. E così decide di regalre al pubblico accorso per lei una grava con qualche brivido, giusto per tenere sempre gli occhi su di lei. Errore a 4.65, misura di ingresso. E poi un altro a 4-75 e i fantasmi dei precedenti due mondiali che tornano a farsi vivi, presenti. Perchè Suhr e Silva non hanno certo intenzione di venire qui a fare da attrici non protagoniste al kolossal di Yelena e piazzano con sicurezza le loro misre, fino al 4.82. E' qui che finisce la corsa delel due, un po' prima era finita quella della brasiliana Murer, che si schianta ai 4.75. A 4.89 il capolavoro della Zarina, mentre le sue avversarie alzano bandiera bianca. E' oro. Il terzo della sua carriera, mentre il minor numero di errori premia la statunitense a scapito della cubana. La loro recita finisce qui, perchè il palco è tutto per Yelena: 5.07! E' questo l'ordine perentorio. Se deve essere un addio (o un arrivederci), deve esserlo coi fiocchi. Un record del mondo che la proietterebbe sempre di più nella leggenda. Il primo tentativo è solo un abbozzo, il secondo e il terzo, per quanto più convinti, non sono coronati da successo. Ma che importa? La torta è già bella ricca così, saporita e gustosa anche senza la classica ciliegina. 
Il resto è ancora one woman show: il giro di campo, condito da ruote e pireotte varie retaggio del suo passato da ginnasta, è da brividi lungo la schiena. Per lei, facile immaginarlo. Per la gente del Luznikhi, che acclama il suo nome come si conviene a una Regina, anzi a una Zarina. Ma anche per gli spettatori in tutto il mondo. Spassiba, grazie, urla Yelena alle telecamere. Spassiba Yelena grida il mondo dell'atletica e non solo a questa sublime interprete di una disciplina così difficile e affascinante come il salto con l'asta. Lei, la prima donna a volare oltre la barriera dei 5 metri. Questa sera si è chiusa un'era: l'asta donne avrà sicuramente nuove regine, e nuove protgoniste. Ma difficilmente troverà un'altra del carisma e del fascino della Zarina che viene dalla Siberia.