"Mi sento come uno che è andato sotto un treno... Ho fatto la mia miglior prova a squadre di tutta la vita, ma nemmeno questo è servito". E' distrutto ma sempre gentile e disponibile Paolo Pizzo, che incrociamo a palazzetto poco dopo aver perso l'assalto per i piazzamenti di rincalzo. La medaglia era volata via qualche istante prima, con il 45-40 con cui la Francia aveva spezzato i sogni iridati del nostro quartetto. E' una delusione enorme quella che serpeggia nel clan azzurro, perchè l'assalto con i "vecchietti terribili" transalpini è stato un sottile gioco di equilibri che si è protratto fino all'ultimo, decisivo, periodo, con Robeiri che infligge un duro 5-1 a Diego Confalonieri, salito in pedana sotto di una sola stoccata dopo la bella rimonta messa in piedi da Paolo Pizzo, oggi tornato il leone dei bei tempi. Inspiegabile il black out dell'esperto spadista milanese, preferito a Matteo Tagliariol per coadiuvare i due siciliani Paolo Pizzo ed Enrico Garozzo nella scalata all'iride. Una scalata completata con successo dai magiari padroni di casa, che finalmente possono godere di una medaglia d’oro: laddove non ha potuto il Messia Aron Szilagiy, ci sono riusciti l’immenso Gabor Boczko e i suoi scudieri Imre e Redli. Secondo posto per l’Ucraina, terzi i francesi.
Finisce ai quarti anche il cammino delle ragazze, che escono all'ultima stoccata di un assalto equilibratissimo contro la Russia della recente medaglia d'argento nella prova individuale, Anna Sivkova. Ed è proprio lei a piazzare la botta del 28-27 che condanna le azzurre alle finali per i piazzamenti di rincalzo. Quinto posto per le azzurre, nella gara che ha visto prevalere le russe sulle cinesi, terzo posto per la Romania di Ana Branza.

Rivincita mancata - Si inizia di mattino presto a tirare. Le gare di spada sono gironi infernali con oltre duecento atleti e con un numero indefinito di squadre, al punto che il torneo maschile ha visto un antipasto ieri sera con il tabellone dei 64. Esce da qui l'avversario degli azzurri e sono i giapponesi, che di certo non possono impensierire i nostri spadisti, come del resto i ragazzi del Kirghizistan, capaci di far fuori nel turno precedente i norvegesi del vice-campione olimpico Piasecki. E infatti questi assalti filano lisci, con qualche fatica in più per venire a capo dei kirghizi, alla fine piegati per 48-38. Poi arriva la Francia: alla sfida fra le due squadre si intrecciano una serie di rivincite che i nostri si vogliono prendere. Ad esempio quella di Enrico Garozzo su quel Jerent che gli aveva sfialto la medaglia europea dal collo quando ormai già ne pregustava l'aroma. O ancora, quella che ci sarebbe stata contro l'Ucraina qualora fosse stato scollinato l'ostacolo francese: e la mente torna ancora alla sfida europea, a quella rimonta solo sfiorata e poi svanita. Ma la storia è andata diversamente, e a Paolo e soci è toccato invece lo stillicidio di assalti per il tabellone che assegna dal quinto all'ottavo posto. L'Italia ha concluso settima, sconfitta prima dalla Repubblica Ceca e poi vittoriosa per 38-37 sugli USA. Serve poco, nulla. L'obiettivo era ben altro.
Anche se gli azzurri non hanno brillato, la giornata non è stata tuttavia scevra di emozioni: innanzitutto l’imprevedibilità della spada, che fa si che la favoritissima svizzera dei fuoriclasse Heinzer e Kauter venga eliminata negli ottavi di finale dalla Repubblica Ceca. E ancora, lo stoicismo del Venezuelano Silvio Fernandez, che tira letteralmente su una gamba sola e cerca di dare il suo contributo alla causa di Limardo Gascòn e soci. La loro avventura finisce ai quarti di finale, ma la prova di Fernandez è da applausi.
E da ultimo, ma non meno importante, il ribollire di passione della Syma Hall per Boczko e compagni, che strappano all’Ucraina di Karuchenko e Nikishin la medaglia d’oro più bella, vincendo l’assalto decisivo per 42-38.

Russia uber alles – Nella gara femminile è la Russia a prendersi il titolo del mondo, e lo fa battendo in finale la Cina argento a Catania. Finisce 34-28 per le ragazze capitanate da Anna Sivkova, che si prende a squadre quell’oro che le era sfuggito a livello individuale, dopo essere incappata nella gara della vita dell’estone Beljajeva, Una prova maiuscola quella della nuova numero due al mondo, che pilota le sue compagne (Kolobova, Zvereva e Andryushina) da vera leader e che nei quarti di finale pone fine al sogno azzurro: è lei infatti a infilare Rossella Fiamingo nel minuto supplementare. Ed è lei a piazzare le botte decisive che abbattono la Cina della vice-campionessa olimpica Sun Juyie. Al terzo posto si piazza la Romania di Ana Maria Branza. La numero uno al mondo predica nel deserto, sconta la poca competitività delle sue nuove compagne d’avventura e la mancanza di due spadiste formidabili come Gherman e Maroiu, in congedo post Olimpico; ma non nega mai il suo apporto di stoccate e leadership, caricando le compagne, incitandole e quando serve riprendendole; inoltre gasa la sparuta torcida rumena come il miglior Gattuso con la Curva Sud e prova la rimonta contro la Russia sebbene questa sia un’impresa ben oltre l’impossibile, piazzando anche qualche stoccata da antologia. Una Campionessa vera, anche di sportività: nella prova individuale non ha esitato un attimo a segnalare all’arbitro che una stoccata a lei assegnata in realtà non era tale perché aveva toccato con la punta la parte esterna della pedana.
Quarto posto per la giovane Francia, la vera sorpresa di questo torneo: dopo aver regolato facile un Ucraina orfana della Campionessa Olimpica Yana Shemyakina, le terribili ragazze transalpine hanno non poco impensierito le cinesi, che alla fine hanno vinto 45-41.
Per quanto riguarda la gara delle azzurre, il rammarico maggiore sta tutto nell’assalto con la Russia e nella maledetta perseveranza a non saper gestire i vantaggi: perché fino all’inizio dell’ultimo giro, Rossella e compagne erano arrivate ad avere anche quattro stoccate di vantaggio. Davvero un peccato, perchè la Romania Branza.dipendente era ampiamente battibile, e da lì in poi tutto sarebbe potuto succedere. Prima di incocciare in Anna Sivkova e socie, le ragazze avevano facilmente regoalto la Finlandia delle sorelle Koch e soprattutto la Germania che, pur priva di Britta Hiedemann, contava ppur sempre su elementi della caratura di Monika Sozanska e Imke DUplitzer. Le vittorie contro Ucraina e Corea per il quinto posto finale sono il contentino per una giornata che era nata con ben altre ambizioni da parte di entrambe le compagni e che invece ha decretato il ritorno in Italia con uno 0 alla voce medaglie per la spada.