Finalmente Arianna, finalmente oro. Anzi Errigoro. Oro come una medaglia che brilla potente sotto i riflettori dell'arena ungherese; oro come tutta la stagione sin qui compiuta dalla monzese e conclusa nel migliore dei modi, su quel gradino più alto del podio e cantando un inno di Mameli mai così dolce. E poi c'è anche la Coppa del Mondo, la terza in bacheca, la seconda consecutiva. A completare al festa c'è Elisa Di Francisca, bronzo al termine di una gara super, terminata al cospetto di una Golbitsky che peró nulla ha potuto di fronte ad Arianna. Il ritorno di Valentina Vezzali termina a un passo dal podio: niente Lipsia bis, niente oro mondiale come corollario della nasciata del piccolo Andrea come accadde con Pietro. Ancora una volta, come a Londra, fra lei e la gloria ci si mette Arianna Errigo (15-8 il risultato a favore della moznese nei quarti). Cade ai quarti anche Carolina Erba, eliminata dalla solita Golubitsky, bestia nera sua e, oggi, delle azzurre. Nella sciabola è trionfo russo, niente oro per Aron Szilagiy, che ha comunque deliziato la platea con numeri di alta scuola che han mandato in visibilio gli spettatori che assiepvano il palazzetto. Tanta gente, con un tifo da stadio calcsitco che purtroppo dalle nostre parti è utopia vedere in un palazzetto di scherma: trombette, fischietti, cori. E ogni stoccata accolta con un boato. Brividi veri, come quelli che regalano gli atleti in pedana, come quelli che regala Aldo Montano, che ribalta l'assalto con lo spagnolo Casares dopo essere andato alla pausa sotto 8-2. Come l'assalto di Diego Occhiuzzi contro il carneade georgiano Bazadze, rude guerriero caucasico che viene a capo dell'assalto dopo uno stillicido infinito di colpi simultanei sul 14-14. E' la sciabola, in tutto il suo fascino e la sua crudeltà. E domani si cambia arma, si passa alla spada, può succedere di tutto e sicuramente saranno ancora emozioni, ancora brividi.

Brividi azzurri - Quattro ragazze, quattro campionesse, tutte con il sogno di riempire con le loro medaglie il secchiello Agostino avuto in dono prima della partenza per il Mondiale. Per una di loro, Carolina Erba, era il primo vero esame e lo ha superato a pieni voti: non importa la sconfitta netta contro la Golubitsky ai quarti, resta uan grande prova di amturità e freddezza per avere la meglio della Knapek, magiara baciata da una giornata si che l'ha portata ad avere lo scalpo di Astrid Guyart. E' lei l'alfiere del sogno dei padorni di una medaglia, perchè la gloriosa e immensa Aida Mohamed si schianta fragorosamente su Elisa Di Francisca, mentre la Varga sococmbe alla fame di pedana di Valentina Vezzali. Si perde subito la giovane stellina Kiefer, che dopo essersi divertita al prim oturno, perde con la connazionale Nicole Ross il derby al turno delle 32. La Russia piazza sul podio Inna Deriglazova, terza alla fine. La Biryukova è poca roba e aiuta solo la sua compagna Korobeynikova ad avanzare di turno: Larisa supera anche la Thibus ma viene letteralmente demolita da Elisa Di Francisca: 15-5 è un punteggio che lascia poco spazio a interpretazioni, e alla povera Larisa altro non resta che ammainare bandiera e frangetta e abbandoanre la competizione. Ma la vera delusione arriva dalla Francia, con Astrid Guyart, comunque cinque al mondo, eliminata al primo turno dalla Knapek, la Thibus battuta nettamente da Korbeynikova negli ottavi e la Maitrejean letteralmente demolita dalla Errigo. 15-3 per Tsun-Ary, una disfatta per la povera Cocò. 
A tentare di arginare il dominio azzurro rimangono solo Deriglazova e Golubitsky. Non può nulla Inna per contenere Arianna, ricorre a ogni mezzo Caroline contro Elisa: un assalto nervoso, dove le scaramucce fra le due non sono mancate. Basti come esempio l'urlaccio a brutto muso che Elisa caccia alla tedesca al momento di piazzare la stoccata del 12 pari. Si va alla priorità, tocca Caroline e va in finale. Schiuma rabbia Elisa, gongola Caroline, anche se il suo comportamento in pedana è stato spesso al limite del regolamento e perlomeno irritante. Ci penserà poi Arianna a rimettere le cose al loro posto, in finale finsice 15-8. E sono subito brividi azzurri.

Festa russa - Parla invece russo il podio della sciabola maschile. E' Reshetnikov a uscire trionfatore dalla finale per l'oro, regolando il compagno di nazionale Kovalev 15-13. Una rivincita incredibile per Veniamin, che a inizio stagione pareva tagliato fuori dai piani di Bauer, ma che con pazienza e costanza si è ripreso il posto e oggi il Mondo. Solo bronzo per l'idolo Aron Szilagiy, giustiziere di Aldo Montano nei quarti di finale, e sconfitto all'ultima stoccata da Kovalev in una semifinale da brivido. Da vedere e rivedere la magia assoluta di Szilagy per la botta del 5-3, che fa capottare sulle seggioline tutti gli spettatori. Un pezzo d'alta scuola, da pelle d'oca per chi ama la scherma. Ninete oro, ma la Coppa del Mondo in bacheca per Aron, un po' gatto un po' illusionista, in pratica un fenomeno. Sfuma invece la Coppa per Diego Occhiuzzi; un peccato vista la stagione pazzesca sin qui condotta dal napoletano. Luigi Samele si ferma agli ottavi di finale, come a Zagabria, contro lo stesso avversario, quel Dulniceanu campione d'Europa e oggi medaglai di bronzo. Dulniceanu vero castiga-italiani, visto che elimina anche Berrè con un netto 15-4. Poco o nulla da recrimianre per il giovane sciabolatore dei Castelli Romani, che al termine della sua prima stagione fra i grandi si ritrova con un terzo posto europeo e un quinto mondiale. Da ultimo una citazione la merita Aldo Montano e per il numero da fenomeno che ha compiuto contro lo spagnolo Casares. Un Aldo bifronte, capace di terminare sotto di 8-2 la prima metà dell'incontro, ma di uscirne vincitore alla fine per 15-14. E ora passi al ricco incasso chi aveva osato scommettere su una sua rimonta dopo la opaca prima parte! Si mangerà le mani lo spagnolo, che forse pensava troppo presto di aver portato a csa il prestigioso scalpo. Un vecchio saggio dice: non dire gatto se non ce l'hai nel sacco. Casares dovrebbe studiare il trapattonese, ad Aldo bisognerebbe fare un monumento. Perchè uno così, capace in un momento delicato di piazzare una parata e risposta che lascia senza fiato Casares, non ne trovi tutti i giorni. 

Spada day - Domani è il giorno della spada. Si inizia al mattino con la gara maschile, si prosegue con quella femminile. Sette pedine per muovere alla conquista dello scacchiere mondiale, sette carte tutte da giocare. Per provara regalare ancora tanti brividi azzurri.