Ancora una medaglia per l'Italia a Zagabria: a conquistarla le ragazze della sciabola al termine di un assalto drammatico contro la Polonia di Alexandra Socha, risoltosi solo all'ultima stoccata dopo che Irene Vecchi era salita in pedana con un tesoretto di dieci stoccate. Oro alla Russia che batte 45-44 l'Ucraina, dove spicca ancora una prova maiuscola di Olga Kharlan. La notizia della giornata arriva dal settimo posto della squadra del fioretto maschile: il Dream team è stato autore di una prestazione sotto tono che è costata la sconfitta dapprima contro la Polonia (poi medaglia d'argento) e poi con la Francia per il quinto posto. La vittoria nella gara maschile è andata alla Germania, con la Gran Bretagna a completare il podio.

Sciabola thrilling - Urla Irene Vecchi. Con tutta la rabbia che ha in corpo. Poi si lascia cadere sulla pedana e dai suoi occhi sgorga un pianto di liberazione, mentre Rossella Gregorio, Lucrezia Sinigaglia e Livia Stagni la sommergono di abbracci: quella maledetta stoccata numero 45 sembrava proprio non voler entrare, e la medaglia di bronzo, che pareva ormai aver preso la strada dell'Italia, prendeva pericolosamente altre vie sotto gli attacchi furiosi della polacca Socha, andata vicinissima a un impresa che avrebbe avuto i connotati storici per lei ma che sarebbe stata ingiusta verso Irene e le sue giovani compagne di squadra, che meritavano tantissimo il premio per una stagione ad alto livello. Un assalto thrilling, drammatico, che ha tenuto con il fiato sospeso i delegati azzurri presenti a bordi pedana a fare il tifo per le ragazze, che tornano in una finale per la medaglia a distanza di un anno dal bronzo conquistato a Legnano con 3/4 di formazione rinnovata: del quartetto salito sul podio nella precedente edizione degli Europei (battendo ancora la Polonia), rimane solo Irene Vecchi, alla quale tocca il compito (così carico di onori quanto di oneri ) di chiudere ogni assalto.
Un compito che oggi pareva agevole per lei, forte com'era del 40-30 costruito nelle precedenti tornate; contro di lei Alexandra  Socha, la carta forte della formazione biancorossa. Bastano cinque stoccate, mentre le avversarie non possono fare altro che sperare in un miracolo o in un clamoroso suicidio delle azzurre. Cinque stoccate che però sembrano un eternità per Irene, improvvisamente apparsa bloccata e contratta in pedana, mentre dall'altra parte la bionda schermitrice est europea acquisiva botta dopo botta sempre più sicurezza, fino ad arrivare ad impattare sul 42-42 e ad avere la situazione psicologica dalla sua. Da lì inizia uno stillicidio di colpi simultanei, con le due ragazze che non si schiodano dal centro della pedana, poi lentamente il punteggio si sposta fino al 44-44: per un attimo il mondo pare fermarsi di fronte a quelle due figure in divisa bianca e maschera che hanno in mano il destino delle loro compagne. Sulla panchina italiana Rossella e Lucrezia – al loro primo Europeo - si abbracciano, Livia Stagni urla con tutto il fiato che ha in gola parole d'incoraggiamento alla campionessa livornese. C' una medaglia da conquistare ed è lì a un passo: inizia la solita teoria di colpi comuni, poi Irene rompe gli indugi, carica a testa bassa, chiude l'avversaria a fondo pedana e la tocca con un affondo implacabile. E' il punto del 45-44, è il punto della vittoria.
Piange di gioia Irene Vecchi, piange disperata Alexandra Socha, così vicina a un'impresa da leggenda, così dolorosamente beffata sul più bello. Italia - Polonia 45-44: l'essenza della sciabola è tutta in questo assalto. Ma anche l’essenza di uno sport, la scherma, dove anche nella prova a squadre si è  soli,  contro l’avversario e  contro sè stessi, a volte la bestia peggiore. Ed è qui che serve essere campioni, essere super-uomini (nel caso super-donne) e anche un po’ super eroi: magari come quel Batman la cui sigla costituisce il balletto di saluto alle avversarie, con tanto di magliette ad hoc con scritto Keep calm and call Batman;. Toste in pedana, fantasia da vendere: queste le nostre sciabolatrici.
Prima della Polonia le ragazze avevano battuto la Francia per 45-41, poi c'era stato l'assalto contro la Russia, terminato con la vittoria di quest'ultime con il punteggio di 45-35. Un assalto che si era messo bene, con le azzurre in vantaggio fino a lsecondo giro di assalti, prima che Irene Vecchi subisse un cattivo parziale di 10-4 dalla Egoryan che ha ribaltato le sorti dell'incontro, portando per la prima volta in vantaggio le est europee. Che vanno in finale e che poi bissano l’oro di Legnano 2012, componendo in tutto e per tutto un ordine d’arrivo uguale a quello dello scorso anno. Vincono anche loro all’ultima stoccata, contro l’Ucraina di Olga Kharlan,  che sul 44-43 Russia impatta con un numero da leggenda della scherma, quindi all’ultima botta è sfortunata a non trovare la risposta dopo una parata da fenomeno quale è. E ancora, al suo secondo assalto, piazza un terrificante 13-5 alla Gavrilova, rimettendo in carreggiata le compagne precipitate sotto fino al 20-10. Miss Money in the  bank (perchè avere lei in squadra è sinonimo di avre un capitale di stoccate di minimo 15 garantito, a salire) però stavolta non è bastata a impedire il bis russo e il ripetersi di un ordine di classifica in tutto e per tutto identico a quello di 365 giorni fa.

Fiorettisti settimi - E' la notizia del giorno: dopo un filotto di cinque successi consecutivi, l'Italia del fioretto maschile abdica dal trono europeo, e lo fa perdendo contro i polacchi nell'assalto valido per l'accesso alle semifinali. Finisce 45-40, con gli azzurri che non danno mai l'idea di essere della partita. Ma niente allarmismi, anche perchè gli alibi agli azzurri non mancano: Andrea Cassarà è fresco di recupero dall'infortunio, Andrea Baldini ha comunque vinto un bel bronzo nella prova individuale, mentre Valerio Aspromonte ha lottato con caparbietà e ha provato a tenere gli azzurri nel match, recuperando anche un passivo di sei stoccate che però non è servito a garantire l'accesso alle semifinali. Gli azzurri incappano quindi nella più classica e fisiologica delle giornate no, che però non cambia le carte in tavola: l'italfioretto, tanto al femminile quanto al maschile, è la più forte. E le occasioni per dimostrarlo non mancheranno, a partire già dai prossimi mondiali di Budapest . La gara la vince la Germania di quel vecchio volpone di Peter Joppich che, come Elisa di Francisca fra le donne, fa la doppietta gara individuale e gara a squadre. Per il fiorettista tedesco è l'ennesima medaglia da aggiungere a una bacheca debordante, per i polacchi un argento comunque da ricordare. Al terzo posto la sempre meno sorprendente Gran Bretagna: Davis e Kruse sono fiorettisti che possono competere tranquillamente con i più forti del mondo. A farne le spese sono la Francia ai quarti e la Russia nella finalina, con quest'ultima nazione che chiude con due quarti posti nelle prove a squadre. 

Le voci dei protagonisti - "Che spavento!!" esoridisce così Irene Vecchi dopo l'assalto vittorioso contro la Polonia. "Sono salita in pedana che avevo tante stoccate e prima del pronti a voi mi è balenato per un secondo il pensiero e mi sono detta: Porca miseria, sono tante, non ce la farà mai a rimettermele tutte.... Però, dai, l'importante è stato aver messo quel 45.  Anche perchè sentivo il tifo dietro di noi e sentivo che ce la meritavamo. Il pubblico si voleva divertire e io li ho fatti divertire". Contente della loro prima esperienza europea sia Rossella Gregorio che Lucrezia Sinigaglia. "E' una gara per cui si lavora un anno intero e per chi non ci è mai arrivato è un bell'impatto iniziale" ci confida Rossella, carabiniera salernitana classe 1990 "Nella prova individuale ammetto che la tensione abbia preso il sopravvento, nella prova a squadre reputo di aver tirato  abbastanza bene e aver dato il mio contributo". Felice anche Lucrezia Sinigaglia, che ha fatto solo la prova a squadre: "Ci tenevo particolarmente a farla. Sono felicissima ed è bellissimo tornare a casa con una medaglia". Da ultimo Livia Stagni, oggi sostituita dopo un assalto non brillantissimo contro la Francia ma che ha dato il tutto per tutto per sostenere le sue compagne di squadra, come del resto ci conferma lei: "Sono molto contenta anche perchè ho dato non la gola... tutto! Tutto per sostenere le mie compagne, mi sono appellato a qualsiasi Dio in qualsiasi lingua e per fortuna mi han risposto!".

Contento anche Sirovich: " Una medaglia molto importante, perchè da fiducia e coraggio a queste giovani ragazze che hanno per la prima volta afforntato un europeo assoluto. Questo vuol dire che i mezzi ci sono". Su Irene Vecchi e l'assalto contro la Socha: " Purtroppo sono dei buchi che capitano anche ai più grandi campioni, sia in postivo che in negativo. Ad ogni modo Irene è una colonna di questa squadra e ha comunque portato a termine la sua missione.  Ed è questo ciò che conta". E ora obiettivo mondiali: "Adesso dopo una settimana di pausa iniziamo la preparazione, vediamo cosa succede". DI certo il progetto giovani funziona, anche bene e oggi Giovanni Sirovich ne ha avuto l'ennesima riprova.