Sweet dreams are made of this...
Così canta Annie Lennox, celestiale voce degli Eurythmics nella loro più celebre hit. E mai come oggi i sogni di Francesca Quondamcarlo e Enrico Berrè sono stati dolci, dolci come il miele, dolco come una medaglia. Due medaglie inaspettate e per questo ancora più belle: Enrico bronzo nella sciabola, Francesca argento nella spada. Alla fine della quarta giornata di gare sono i loro nomi a svettare nell'albo dei premiati di questi campionati Europei, e ci sarebbe potuta anche essere un'altra medaglia se Occhiuzzi non si fosse fermato al cospetto di Yakimenko nei quarti di finale.
Dai castelli con furore - Due giorni fa era stata Livorno la capitale della scherma, oggi questo onore tocca a Roma, o meglio alla zona dei Castelli, di cui i due protagonsiti rivendicano fieramente la provenienza. Enrico Berrè è giovane -vent'anni appena - e alla sua prima stagione a livello assoluto, ma ha la faccia tosta e la Classe soprattutto per non temere nessuno, nemmeno il Campione Olimpico Aron Szilagy, un fenomeno vero. Eppure oggi il fenomeno in pedana è proprio Enrico, che regola l'ungherese con il punteggio di 15-11, dopo che l'assalto prima aveva piegato solo all'ultima stoccata un meno quotato sciabolatore polacco. Sulla stessa pedana gialla sale poi Aldo Montano contro il rumeno Badea: ce la mette tutta il livornese, che però paga i troppi infortuni e la lunga assenza dalla pedana: il giraffone est europeo infatti vince 15-9 e si prenota per la sfida contro il giovane azzurro, mentre in contemporanea avanzano anche Occhiuzzi e Luigi Samele, che però si fermerà al turno successivo, anche per lui la sconfitta ha un messaggero rumeno, ovvero Dolniceanu. Peccato per Luigi, perchè contro Hueber aveva messo in luce ottime cose. All'Italia rimangono comunque due carte e sono signore carte, perchè Enrico Berrè vendica Aldo Montano ribaltando un assalto diffiicile con il solito Badea (15-12) e Diego Occhiuzzi piega all'ultima stoccata il russo Ibragimov, dopo un assalto che è uno stillicidio di colpi simultanei (che nella sciabola non fanno testo) e un arbitro che è tutto fuor che cuor di leone, rifungiandosi appunto o nell'azione contemporanea se non addirittura nell'astensione. Poco male, alla fine quello che conta è che Diego vinca e passi al turno successivo, dove ad attenderlo c'è il re dell'Europa, ovvero Yakimenko vincitore l'anno scorso a Legnano. Anche qui è un assalto che avanza stoccata per stoccata, senza allunghi se non quello decisivo del russo per il 15-13 finale. Berrè invece è una macchina perfetta, con cui anche Dmitro Boyko deve fare i conti e firmare la resa che avviene sul 15-8. C'è un ultimo ostacolo da affrontare prima della finalissima, quel Yakimenko che è fresco di aver battuto Diego Occhiuzzi. Ed è qui che finisce la corsa di Enrico, forse tradito dall'emozione o dalla scarsa esperienza: 15-7 il punteggio a favore del russo, che si qualifica per la finale. A tirare con lui per l'oro il rumeno Dulniceanu, che ha la meglio su un eroico Kovalev (comunque bronzo per il russo) che ha praticamente tirato con una gamba sola e ha preso botte manco fosse un rugbista in prima linea. Sarà proprio il rumeno a vincere alla fine, ma la nota più bella è la faccia sorridente di Enrico sul terzo gradino del podio: il ragazzo ha stoffa e ha tutto per diventare un grande campione e lo diventerà. E per l'Italia c'è la certezza di aver trovato un altro campione su cui impostare il futuro della sciabola maschile, ma soprattuto una certezza per il presente che si chiama prova a squadre.
Festa rumena - E' il giorno della Romania oggi, perchè sul gradino più alto del podio ci sale anche Ana Maria Branza che fa a vedere a tutti per quale motivo è la numero uno al mondo di una disciplina difficile come la spada. Perchè non basta vedere il proprio nome in cima alla lista del ranking, bisogna certificare il proprio status, magari proprio nel giorno in cui tante big si perdono per strada: assente la Shemyakina, si perdono via per strada Anna Sivkova (folle il suo attacco alla Embrich dopo due secondi del minuto supplementare, quando fra l'altro poteva contare anche sulla priorità a suo favore), Britta Heidemann (battuta dalla Caran, una serba roscia e tignosa come poche in pedana che oggi ha trovato la gara della sua vita curiosamente proprio in terra croata) e, ahinoi, anche le nostre Bianca Del Carretto (agli ottavi di finale contro la polacca Knapik, 15-13 il punteggio) e Rossella Fiamingo (ai quarti di finale al cospetto della Branza, 15-8) che pure avevano fatto un girone perfetto di qualificazione, con cinque vittorie in altrettanti assalti. Giulia Rizzi, esordiente agli europei, ha ceduto all'assalto dei trentaduesimi di finale al cospetto della lussembrughese Fautsch, vittoriosa alla priorità per 8-7. Ma a far sognare l'italia ci pensava la Quondam, che assalto dopo assalto - anche molto sofferti come quello contro la già citata Caran, sospinta dal tifo da stadio del suo clan - ha costruito il suo capolavoro, battendo dapprima la polacca Dabrova (15-8), quindi la francese Rembi (15-11), l'ucraina Kryvtska (15-3), la Caran 15-13 e in semifinale l'ungherese Szasz, che quest'anno l'aveva già battuta nell'unico precedente stagionale. Questa volta però Francesca non sbaglia e si porta a casa il pass per la finale contro la Branza, un assalto che inizia con tanto studio (al limite della non combattività, di fatto chiamata a metà del primo periodo sul vantaggio della rumena) e che pian piano è stato un crescendo rossiniano di emozioni con botta e risposta e alternanze a comandare le danze. Alla fine, è brava la Branza a imprimere l'accelerazione decisiva e chiudere sul 15-11. Per Francesca però è un argento bellissimo, arrivato all'alba dei 29 anni, è una favola che si avvera. Perchè, è bene dirlo, la Quondamcarlo è da un po' che gira nell'ambito della nazionale, ma per un motivo o per l'altro non è mai riuscita a esprimere tutto il suo enorme talento: l'anno scorso poi, la delusione per l'esclusione dal team olimpico. Una scelta che l'ha fatta soffire e non poco, ma che questo argento cancella: perchè da qui può ripartire e da qui possono trarre beneficio le sue compagne di squadra.
Ma prima c'è da godersi appieno questa medaglia assieme al conterraneo Enrico Berrè: Enrico e Francesca, i due italiani che non ti aspetti. Oggi a loro gli Dei della scherma hanno concesso le luci della ribalta.
E domani si torna in pedana: tocca ai fiorettisti, che cercano la riscossa dopo la prova individuale in cui è arrivato il solo bronzo di Andrea Baldini e alle sciabolatrici: Irene Vecchi è pronta a capitanare le sue compagne di squadra (ci sarà Lucrezia Sinigaglia al posto di Ilaria Bianco, che era stata convocata solo per la prova individuale) in un percorso verso la medaglia che vede Ucraina e Russia come pericoli principali e la Francia come mina vagante.