E con questa fanno cinque; cinque come le vittorie di fila che le ragazze centrano nella prova a squadre del fioretto femminile. Le ultime non italiane a vincere furono le russe, le azzurre fuori dal podio. Ma il passato non importa, soprattutto se il presente è fatto di due certezze assolute come Elisa Di Francisca e Arianna Errigo, a cui si uniscono le sempre più concrete Carolina Erba e Benedetta Durando che non fanno pesare l’assenza di due mostri sacri come Ilaria Salvatori e Valentina Vezzali. Nella prova a squadre di spada maschile, solo quinto posto per gli azzurri.

Cavalcata trionfale - La cavalcata delle fiorettiste inizia al mattino contro la Romania: per la graziosa Balogh e compagne (fra cui la Boldor che avrà gli incubi notturni con protagonista Arianna Errigo) non c’è proprio partita, fin dal saluto iniziale, dove la fantasia di Elisa e compagne partorisce un balletto sulle note di “Saranno famosi” con cui si avvisano le avversarie che malgrado cambino i componenti, l’Italia è pur sempre l’Italia. E infatti è così, perché finisce 45-21. Durano poco anche le speranze delle “vecchiette terribili” ungheresi - annientate 45-18 -  guidate da un’Aida Mohamed monumentale, malgrado l’età non più giovanissima. D’altronde, se qualche anno fa era stata una delle poche a impensierire Valentina Vezzali, vuol dire che siamo al cospetto di una grande campionessa e la classe, proprio perché non è acqua, non evapora con il tempo: e le giovani russe guidate da Cerioni ne hanno avuto saggio nella finale per il bronzo, persa nettamente 45-37. Un brutto europeo per le ragazze dell’est, l’anno scorso monopolizzatrici della prova individuale e quest’anno invece costrette ad accontentarsi del solo argento della Yakovleva. Russia che a breve recupererà Aida Shanaeva, che ha approfittato del post-Olimpiadi per la maternità, ma che non potrà più contare sulla Gafurzianova, alle prese con un cuore ballerino che la costringerà molto probabilmente a un doloroso addio alle armi; Russia che oggi, come a Legnano l’anno scorso, perde in semifinale contro la Francia e si deve accontentare della finalina, l’anno scorso coronata almeno con la medaglia meno preziosa. Un assalto nervoso, duro, abrasivo, infinito, durato quasi un’ora e mezza, fra ricorsi alla moviola, problemi tecnici, infortuni assortiti; ma soprattutto molto ma molto equilibrato, terminato 45-42. In finale è così ancora Italia – Francia, come l’anno scorso a Legnano: le francesi, con le veterane Guyart e Maitrejean e la giovane rampante Thibus, si prensentano in pedana con vistose calze rosse e nere, che spezzano il monocromo bianco della candida divisa da schermitrici; le nostre dedicano loro la canzoncina di saluto, che riesce anche a strappare un sorriso a una divertita Guyart. Poi si fa sul serio e le nostre lo fanno dannatamente bene, perché il 45-30 finale è la chiosa su una superiorità schiacciante dal primo all’ultimo assalto. Alle transalpine non resta altro da fare che andare a ritirare una più che meritata medaglia d’argento: assieme alle russe, sono loro le avversarie più toste per il nostro Dream Team. O per il nostro Nightamare Team, se vogliamo vederle dalla prospettiva delle avversarie.

Le voci delle protagoniste - “Oggi non mi sentivo benissimo” ha detto ai nostri taccuini una raggiante Arianna Errigo “ma il risultato è quello che conta e sono contenta. Ora me ne vado in vacanze e poi mi metterò a lavorare per preparare il mondiale, che è l’evento veramente importante della stagione”. Arianna ha parole anche per le compagne, soprattutto per Bendetta Durando, il cui apporto è stato spesso decisivo: “Bendetta ha fatto delle gare magnifiche a squadre, poi quest’anno ha fatto molto bene anche Alice Volpi: sono state molto brave perché sono arrivate al posto di campionesse come Valentina Vezzali e Ilaria Salvatori e hanno saputo vincere i loro assalti con personalità.” Contenta anche Carolina Erba, una delle soprese più belle di questi ultimi tempi: “Sono felicissima. Il mio timore era quello di non riuscire a dare il mio contributo, perché era la mia prima esperienza europea e l’emozione era tanta. Sono soddisfatta perché credo di aver tirato abbastanza bene e spero di fare altrettanto al mondiale ad agosto: vorrei prendere una medaglia individuale, qui ci sono solo andata vicino”. Di poche parole ma felice Benedetta Durando: “Dopo un risultato così è impossibile non essere contenti. Lo sono sia per me che per le mie compagne, è bello che la prima medaglia d’oro a squadre sia arrivata dal fioretto femminile”.
Da ultimo spazio a Elisa Di Francisca, che torna a Jesi con una doppietta d’oro, proprio come a Londra: “Una vittoria che arriva dopo un anno iniziato non benissimo, dopo tanti cambiamenti e dopo tanti sacrifici. Finalmente sono riuscita a mettere un po’ in fila le cose e tornare a vincere”. Si vedono i risultati quindi del connubio tutto jesino fra lei e Giovanna Trillini, scelta come maestro dopo l’addio di Cerioni: “Sono sempre più convinta della mia scelta: è una donna meravigliosa, è stata una fantastica atleta ed è un prezioso aiuto a fondo pedana, oltre al fatto che lavoriamo benissimo anche in palestra durante le lezioni”. C’è stato anche modo di parlare del siparietto di inizio assalto, di quel balletto sulle note di Saranno famosi che ha divertito pubblico e avversarie: “Noi diciamo che è un’idea di tutte ma io spingo molto perché si faccia. Adoro fare spettacolo, fare la stupidina (ride, ndr); le mie compagne danno tantissime idee, io metto pressione perché si faccia!” Per Elisa il prossimo appuntamento è con i Giochi del Mediterraneo (gara il 22 giugno) e poi ci si butta sulla preparazione dei Mondiali.
Soddisfatto, e non poteva essere altrimenti, Andrea Cipressa: “Le ragazze sono state fantastiche, oggi come in tutta la stagione. Non è mai facile vincere: spesso si da per scontato che noi veniamo qui per timbrare il cartellino e portare a casa l’oro, ma non è così perché la concorrenza cresce. Purtroppo siamo stati sfortunati nella prova individuale, con Elisa e Arianna che si sono incontrare presto, ma oggi tutte sono state bravissime. Carolina e Benedetta sono diventate anche loro due certezze e si meritano tutta questa medaglia per l’apporto che hanno dato nel corso dell’anno.”

Spadisti quinti – Che peccato! Questo viene da esclamare per la prova degli spadisti, alla fine solo quinti, dopo essere usciti sconfitti da un assalto maledetto contro l’Ucraina quando in palio c’era l’accesso alle semifinali. La rabbia c’è ed è molta, perché oggi c’era veramente la possibilità di fare risultato: la rabbia e la carica agonistica erano delle migliori, con un Paolo Pizzo tornato a ruggire sotto la maschera a ogni stoccata e a gasare il tifo dell’intera delegazione azzurra sugli spalti a fare il tifo per i compagni; con Matteo Tagliariol che fatto vedere sprazzi di classe e con un Garozzo ottimo così come Diego Confalonieri. La vittoria facile contro la romania aveva aperto le porte dei quarti di finale contro l’Ucraina: un assalto non proibitivo, un assalto che si era messo bene con Garozzo che chiude 4-3 con Nikishin e Confalonieri che allunga contro Medvediev fino al 10-6. Poi tocca a Matteo Tagliario che purtroppo però rimedia un brutto parziale: Harey fa 9-1 e porta l’Ucraina avanti 15-11. Pizzo, Garozzo e Confalonieri ci provano fino in fondo a ribaltare una situazione che improvvisamente si è fatta diffiicile, ma alla fine vince l’Ucraina. Le vittorie con Estonia e Polonia servono solo a garantire un quinto posto che è ben poca cosa e che fa solo rabbia. L’oro è andato alla svizzera di Kauter e Heinzer che in finale regola l’Ungheria di Boczko per 43-36, mentre l’Ucraina batte 41-24 la Francia e conquista il bronzo. Pensare che lì o più su ci poteva essere l’Italia fa male, ma ora conta voltare pagina: ad agosto c’è un mondiale da preparare e Budapest è molto più vicina di quanto si pensi.