Livorno fabbrica di medaglie. Livorno fabbrica di campioni: del resto nella scherma quello fra la città amaranto e la pedana è un connubio che va avanti dagli albori di questo sport magnifico che è la scherma. Uno sport di fatica, fisica e mentale, uno sport dove si scopre in tutta la sua drammaticità il senso della solitudine: in pedana si è soli, con sè stessi e contro sè setessi, a volte un avversario peggiore di chi sta dall'altra parte arma in pugno, pronto a piazzarti la stoccata. Uno sport eroico, come eroica è stata Irene Vecchi, infortunata (strappo al retto addominale con tanto di versamenti), incerottata, impacchettata come un cadeau  natalizio: eppure la nostra campionessa non ha fatto un plissè, non ha cercato alibi, ha inforcato maschera e sciabola e via, in pedana a menar stoccate sotto cui sono cadute la romena Bulica (15-10), la russa Gavrilova (15-13) e la tedesca Kubissa (15-10).

Nel contempo, la divina Olga e la Dea greca Vougiouka macinavano avversarie su avversarie, mentre la rediviva polacca Socha eliminava la francese Berder autrice di un suicidio da manuale. Ma si sa come è la sciabola, un cimento bellissimo e crudele, una disicplina dove se non si piazzano quindici stoccate non si porta a casa l'assalto, dove a venirti incontro non ci sono fattori come il tempo o il colpo doppio: e così è caduta Cecilia la francese, contro una Socha che dal canto suo non hai mai mollato malgrado all'inizio l'assalto si fosse messo male per lei. Un podio per tre quarti identico a quello di Legnano dell'anno scorso, con ancora la Kharlan regina assoluta della specialità, ancora la Vougiouka battuta (stavolta più nettamente, 15-7 mentre l'anno scorso risolutiva fu l'ultima stoccata), ancora la Socha di bronzo. La nota nuova rispetto a Legnano è il viso sorridente di Irene Vecchi al posto di quello, altrettanto sorridente ci mancherebbeo altro, della francese Stoltz.

E le altre azzurre? Ilaria Bianco, già poco brillante nel girone dove si accende a sprazzi (e che  sprazzi, si veda il 5-1 rifilato alla francesina Boulay), esce per mano dell'ungherese Marton, vincitrice per 15-8. Fuori nei 32 anche Rossella Gregorio, sconfitta 15-9 dalla tedesca d'Ungheria Bujdoso, e Livia Stagni battuta dalla Kedziora, polacca poi asfaltata dalla spagnola Navarro al turno successivo. Irene rimane quindi da sola contro il resto d'Europa, da cui si eclissano però presto russe e francesi. Per Irene c'è lo scoglio Vougiouka in semifinale: la greca è avversaria tosta, mai doma e sempre in grando di rimettere in piedi assalti che sembravano prendere la direzione opposta alla sua. E l'assalto contro la Vecchi ne è, ahinoi, esemplare dimostrazione, perchè Vaso è dapprima brava a rintuzzare il tentativo di fuga di Irene, e poi a non farsi prendere dal panico dopo che la stessa Vecchi aveva ricucito lo strappo da 11-6 a 11 pari.

Da lì però è stato monologo della greca, che si è guadagnata il biglietto per assistere come sparring partner allo show di Olga Kharlan. Le due ragazze non sono solo bellezze mozzafiato, ma sono soprattutto sciabolatrici sublimi: l'ucraina poi è uno spettacolo. Scioglie misura, para, schiva, attacca da ogni lato, e anche quando la greca la chiude a fondo pedana lei sa cavarsi dagli impicci con la naturalezza del fenomeno quale è.

Alla fine è 15-7: per la Kharlan è la quarta affermazione totale, la terza di fila, per la Vougiouka la seconda medaglia d'argento di fila, ma alla fine trova comunque il modo di sorridere e accettare con serenità la sconfitta. Olga chiama, in attesa che dalla Colombia Mariel, intesa come Zagunis, risponda ai campionati Panamericani: in ogni caso quella di Budapest sarà uan vera e propria clash of titans, lo scontro finale fra due campionesse straordinarie pronte a spartirsi il Mondo. Fra due giorni invece la prova a squadre, con Lucrezia Sinigaglia al posto di Ilaria Bianco.

Super Joppich - Nel fioretto si afferma Peter Joppich, tedesco, quattro volte campione del mondo della specialità a livello individuale. Come dire, il ragazzo ne sa. Un campione straordinario quindi quello a cui ha dovuto inchinarsi il Baldo in semifinale, un avversario che in passato aveva rappresentato una sorta di bestia nera e a cui di recente aveva preso le misure. 15-11 il punteggio con cui il tedesco si è preso il ticket per la finale, dove ha poi regolato con lo stesso punteggio il russo Cheremisinov, campione uscente e avversario diretto di Cassarà. Andrea che si perde per strada nel tabellone dei 16, battuto dal sorprendente britannico Kruse per 15-7, per la gioia del suo pittoresco coach che a ogni stoccata esultava come un bambino a un gol della squadra del cuore.

Aspromonte, dopo aver regolato agli ottavi il compagno di squadra Giorgio Avola per 15-11, si ferma al cospetto di Cheremisinov nei quarti, a un passo dalla medaglia. Dove ci arriva invece Baldini e dove arriva il britannico Davis, rivelazione di queste ultime stagioni, segno tangibile che gli investimenti fatti dalla Gran Bretagna nella scherma in ottica Londra stan dando i loro frutti, perlomeno nel fioretto maschile. Tempo due giorni e poi sarà tempo di prova a squadre, tempo di cercare una rivincita e di confermare quell'oro arrivato l'anno scorso a Legnano.