Il Delfinato entra nel vivo. Tre tappe per tastare il terreno. Tre tappe per fughe e velocisti. L'impresa d'esordio del canadese Veilleux, poi gli sprint vincenti di Elia Viviani, l'eterno piazzato, finalmente con le mani al cielo, e del norvegese Boasson Hagen. Vittorie agognate e attese. Ora stop. La cronometro appena conclusa, poi le grandi montagne. La lotta contro il tempo, prima delle grandi asperità. Entrano in scena i big. Da Contador a Froome, fino a Valverde e Purito Rodriguez. Le incertezze della vigilia della maglia gialla, in forza alla Europcar “Non sono preparato per cronometro di questo tipo. Non so realmente ciò di cui sono capace.”. La pretattica di Porte “Una cronometro così piatta è più adatta a Froome che a me”. Già il keniano di Nairobi. Padrone di questo inizio di stagione e favorito per il prossimo Tour. Favorito anche qui. Tutto ha lasciato il posto alla strada. All'asfalto che non mente. E lo spettacolo non ha tardato ad arrivare, come le sorprese. Sorride Tony Martin, che domina la crono, nonostante i problemi fisici dei giorni scorsi, esulta Froome, che stacca pesantemente i rivali più pericolosi, delude Contador. Lontano, lontanissimo il capitano della Saxo. Addirittura a 3'36 dal tedesco della Omega Pharma Quick Step, quasi a 3' dal leader del Team Sky, che chiude terzo e risale al secondo posto della generale, dietro allo splendido Dennis, australiano della Garmin al posto d'onore a crono e ora in maglia gialla. La debacle spagnola è completata dalle opache prestazioni di Valverde e Rodriguez (unico a salvarsi Castroviejo, quarto oggi). Sarà alleanza per cercare di rientrare in corsa e sfaldare le certezze di Froome? Possibile, non facile, anche perché quando hai gregari come Porte difficilmente resti isolato. La parola ai pedali, alle gambe e alle montagne.

 

Da domani quindi si sale. Ed è solo l'inizio. Perché d'ora in poi si salirà sempre. Grésy sur Aix-Valmorel. 139 km. Quattro gran premi della montagna. L'ultimo, lungo 12,7 km, con pendenza del 7%. Primi assaggi. Primi squilli. I fuoriclasse chiamati al proscenio. Stilettate, colpi di pedale. Magari non grandi differenze. Messaggi, mind games, in vista della Grand Boucle. Insinuare dubbi, incrinare certezze. Il ciclismo al suo meglio, lontano da doping, epo, e squalifiche.

 

In casa Italia, intanto è arrivata la rinuncia della Vini Fantini Selle Italia al Lombardia, dopo le parole dell'organizzatore della corsa, Acquarone. La squadra non sembra in pericolo, ma non tutti gli sponsor rinnoveranno la loro partecipazione e diversi corridori sono in scadenza. Difficile sarà anche conquistare gli stessi inviti alle gare del passato. Sarà necessaria una sorta di ricostruzione dal basso. Riemergere dalle ceneri. Ancora una volta. La specialità del ciclismo.