Il Giro perde i pezzi. E sono pezzi da novanta. Il baronetto, arrivato in pompa magna, lascia. Le infide discese, la pioggia battente, l'umidità. Le insospettabili difficoltà di una corsa difficile, bel oltre le asperità del percorso. Sir Bradley Wiggins dice basta. Lui, arrivato qui per completare un palmares stellare, colmo di trofei, dalle corse su strada alla Grand Boucle, fino all'oro olimpico, è costretto ad arrendersi. “Wiggins è un combattente, ma non sta bene. Rischiare la salute non avrebbe senso.” Queste le parole del team manager Sky, Brailsford. Un'infezione alle vie respiratorie, che già lo aveva messo alle corde nelle prime tappe verità, lo ha definitivamente sconfitto. Se ne va, pensando magari al Tour, dove già presiede Chris Froome, gregario indispettito lo scorso anno e ora capitano. Come la metterà? Il Giro prosegue e le cartucce dei “tutti neri” non sono terminate. Tutti per Rigoberto Uran. Il terzo della generale, il più in palla in salita. Con la preziosa collaborazione di Henao.

 

Se ne va Wiggins, ma non è il solo. Cede il passo anche Rayder Hesjedal. La sorpresa dello scorso anno, uno dei favoriti di quest'anno. La maglia rosa 2012, in condizioni disastrose, sempre in difficoltà, anche in semplici tappe collinari, abbandona. Già oltre mezz'ora di ritardo in classifica. Non da lui. Non da Giro. La Garmin si consola grazie allo splendido successo di Navardauskas, nella tappa ricordo, giunta al Vajont. Bravissimo il passista lituano a stroncare la resistenza del nostro Oss sull'ultima salitella.

 

Defezioni importanti e pessime notizie. Dopo il caso doping del ciclista dell'Ag2R, Georges, arrivano le parole di Kreuziger, uno dei gregari più importanti di Contador, in vista del Tour de France. L'ultimo vincitore dell'Amstel Gold Race ha ammesso i contatti col dottor Ferrari, tra il 2006 e il 2007, quando era sotto contratto con la Liquigas. “Non sapevo fosse inibito, credevo fosse uno dei migliori preparatori. Non mi sono mai dopato.” Dichiarazioni di circostanza o realtà?