Roman Kreuziger è stato bravissimo ad interpretare il nuovo percorso dell'Amstel Gold Race: in molti speravano che fosse la giornata delle sorprese, le attese non sono state deluse. Ha vinto il ceco della Saxo Tinkoff, attaccando da lontano, anticipando tutti i favoriti di giornata ai -20 dal traguardo nel penultimo passaggio sul terribile Cauberg. Si tratta della sua prima vittoria in una classica, ha condotto la corsa con grande spessore ed oggi nulla ha potuto Gilbert, che ha speso l'impossibile e nel finale ha perso il podio completato da Valverde e Gerrans.
Pronti, via. Si comincia con l’attacco di Tim De Troyer (Accent Jobs), Alexander Pliuschin (Iam Cycling), Arthur Vanoverberghe (Topsport), Mikel Astarloza (Euskaltel) e Johan Vansummeren (Garmin Sharp), ai quali si aggiungono Nicolas Vogondy (Accent Jobs) e Klaas Sys (Crelan Euphony). Il vantaggio arriverà a un massimo di circa undici minuti dopo cento chilometri di corsa. Più che i muri, a fare la selezione sono state le cadute in gruppo nella prima parte di gara: ai -90 dalla conclusione a terra Velits e Gilbert che riescono a proseguire, Voeckler e Andy Schleck costretti ad abbandonare. Poco dopo il Gulperberg altra caduta che taglia fuori un possibile protagonista di giornata, Joaquim Rodriguez. Lo rivedremo già mercoledì alla Freccia. Sull’Eyserbosweg attacca Pieter Weening, vice-capitano di una Orica-GreenEDGE particolarmente combattiva con Gerrans. Intanto dei fuggitivi resiste solo Astarloza, il quale aveva staccato tutti gli altri compagni d’avventura. Sul Keutenberg attaccano anche Tanner, Nordhaug e Grivko: ora ci sono cinque corridori in testa (presenti anche Weening e lo stesso Astarloza).
Si muove anche Spilak che lascia il gruppo e si porta all’inseguimento della testa della corsa, quando esce dal gruppo Damiano Cunego e prova ad allungare. Si muovono così le prime linee, mentre Astarloza transita da solo sul penultimo Cauberg; sul tratto più duro della salita simbolo dell’Amstel è arrivato l’allungo di Marco Marcato, poi imitato da Giampaolo Caruso e Roman Kreuziger. Situazione convulsa: ai -17 in testa ci sono Astarloza, Marcato, Caruso, Kreuziger, Nordhaug, Weening e Grivko. Il gruppo però si avvicina grazie al lavoro della Cannondale con De Marchi su tutti. Sul Bemelerberg attacca Nordhaug, poi lo imita Kreuziger e la sua azione sembra essere quella decisiva: gli ex compagni di fuga non sembrano più in grado di raggiungerlo e il ceco comincia il Cauberg finale con una trentina di secondi sul gruppo, mentre alcuni corridori provano contrattacchi senza esito.
Quindi rompe gli indugi Gilbert che riprende i battistrada, con lui Gerrans e Valverde, ma Kreuziger è lontano, troppo lontano. Il ceco ha affrontato il chilometro finale con 15” di vantaggio, ormai irraggiungibile per tutti. Vince con 22 secondi sul gruppo regolato da Valverde. Terzo Gerrand, quarto uno stremato Gilbert. Primo degli italiani Enrico Gasparotto (Astana), vincitore lo scorso anno ed oggi ottavo davanti a un altro azzurro, Giampaolo Caruso (Katusha). Ha deluso oggi Peter Sagan, uno dei grandi attesi di giornata, il quale è saltato proprio sul Cauberg quando Gilbert ha cominciato ad imporre il suo forcing nel disperato tentativo di raggiungere il vincitore. Le Ardenne non si fermano: prossimo appuntamento mercoledì con la Freccia Vallone.