Grande vittoria di Francesco Bagnaia che, in una gara segnata dalle cadute, riesce a fare il vuoto sul tracciato di Sepang arrivando in solitaria sotto la bandiera a scacchi, cosa non facile in una categoria combattuta come la Moto 3. Alle spalle di Pecco salgono sul podio Jakub Kornfeil e Bo Bendsnyder, quinto Andrea Locatelli che è il secondo degli italiani al traguardo.
LA GARA - I primi tre giri di gara si possono considerare come il festival delle cadute. I primi ad andare per terra sono Andrea Migno, Guevara e Ayumu Sasaki, il sostituto di Bastianini, tutti giù in curva 2, ma la maggior parte dei ritiri avviene al secondo giro. Sempre in curva 2 cadono in un amen Ottl, Bulega, Martin e Canet, ma il peggio deve ancora venire perchè a scatenare un'altra tornata di cadute, involontariamente s'intende, è Adam Norrodin. Il pilota di casa cade nel secondo giro in curva 7 lasciando una striscia d'olio sull'asfalto che risulterà fatale nel giro successivo al campione del mondo Brad Binder, oltre a Mir, Dalla Porta e Di Giannantonio. Nel frattempo Bagnaia supera Kornfeil ed inizia a martellare sul 2'15” basso, scavando così il vantaggio decisivo tra lui e gli inseguitori. Proprio dietro a Bagnaia cadono Antonelli ed il compagno di squadra Danilo, ma l'ultima caduta è quella di Maria Herrera. La pilota spagnola cade all'ultima curva dopo un contatto con Livio Loi e la direzione di gara decide, finalmente, di fermare il “massacro” esponendo la bandiera rossa decretando così la fine della competizione. Arriva così il secondo successo in carriera per Bagnaia davanti a Kornfeil e a Bendsnyder, secondo podio per lui.
Per tutti i piloti caduti invece arrivano brutte notizie: Bulega ha riportato la lussazione della clavicola destra, Canet una contusione alla mano sinistra, Martin un traumo cranico e la Herrera la frattura della clavicola destra. Più che l'esito di una gara di motociclismo, il finale di Sepang sembra un bollettino di guerra.