
Il calcio regala emozioni. Mai frase più vera fu detta, e anche quest'anno ne abbiamo avuto le prove. Nel calcio moderno i giocatori sono mercenari, sempre più spesso concentrati sui soldi, e le cosiddette "bandiere" stanno man mano scomparendo.
Il triplice fischio di tutti i campionati nazionali ha segnato, suo malgrado, l'ennesimo capitolo di calcio emozionante, fatto di amore sincero, fede e dedizione, che ha visto molti calciatori simbolo lasciare le loro squadre dopo una carriera passata a difendere quei colori.
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Modric e il Real Madrid
Forse la notizia che ha fatto più rumore, anche se era nell'aria già dal termine della scorsa stagione, è quella della separazione tra Luka Modric e il Real Madrid. Il 39enne, capitano storico dei Blancos, ha così salutato il Bernabeu per l'ultima volta dopo 13 anni di storia scritta insieme.
Il centrocampista croato, Pallone d'Oro 2018, è arrivato nell'estate del 2012 dal Tottenham per 42 milioni di euro, e si toglie la camiseta blanca dopo aver vinto 28 trofei, tra cui 6 Champions League, ed essere diventato il calciatore più titolato nell'intera storia del Real Madrid.
Con il suo addio il Real perde l'ultimo componente dello storico trio di centrocampo, rimasto già orfano di Casemiro, attualmente al Manchester United, e del ritirato Toni Kroos, presente all'ultima partita di Modric al Bernabeu per onorarlo.

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Alexander-Arnold e il Liverpool
"Un po' come quando tuo figlio ti dice che vuole andare a vivere da solo". In fondo, per il Liverpool, Trent Alexander-Arnold è un figlio. Quel ragazzino cresciuto nelle giovanili Reds, col sogno di giocare prima o poi nel club che amava, e che ora dopo 20 anni di carriera parte in cerca di nuovi stimoli.
TAA, dalle parti di Liverpool, è una sorta di idolo per i bambini: era uno di loro, uno di quelli che da piccolo sognava di fare il calciatore e giocare nella squadra del suo cuore e che poi da grande ci è riuscito davvero.
Con la maglia Reds il terzino inglese ha vinto 9 trofei, includendo anche due Premier League e una Champions League. L'ormai ex numero 66 del Liverpool sui social ha voluto ringraziare i tifosi e ha voluto chiarire che questa sua partenza è dettata dalla sua voglia di cercare di uscire dalla zona di comfort e provare nuove esperienze.
I tifosi inizialmente non hanno accettato la decisione, arrivando addirittura ad imbrattare il murales a lui dedicato e a fischiarlo durante la sua ultima apparizione ad Anfield ma successivamente, anche sotto "ordine" di Jurgen Klopp, presente allo stadio in quel momento, hanno applaudito e salutato un semplice ragazzo di Liverpool che ha coronato il suo sogno.

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De Bruyne e il Manchester City
Sono passati 10 anni dall'arrivo di Kevin De Bruyne nella sponda blu di Manchester. Dieci anni in cui il centrocampista belga ha illuminato la Premier League, stravolgendo la visione di un ruolo e il modo di vivere il campo. De Bruyne in maglia blues ha vinto 19 trofei, tra cui 6 Premier League e la Champions League 2022-2023, mettendo a referto 106 gol e 174 assist.
In mezzo al campo il belga era un metronomo per la squadra di Guardiola, in grado di pescare i compagni in qualsiasi posizione grazie ad una visione di gioco fuori dal normale che, accoppiato ad una classe innata nel passare il pallone, lo ha reso uno dei trequartisti più forti degli ultimi anni.
Il suo addio segna la fine di un'era per il Manchester City, chiamato ora a cercare di sostituire il talento di De Bruyne già dal Mondiale per Club.
Una missione che, a parlarne sinceramente, sembra tutt'altro che facile.

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Muller e il Bayern Monaco
Sembrava una storia infinita, una delle ultime storie romantiche che il calcio potesse raccontare, e invece anche questa ha trovato il suo capolinea. Dopo 25 anni, Thomas Muller lascia il Bayern Monaco. Una carriera iniziata nelle giovanili, proseguita con l'esordio in prima squadra nel 2008 e terminata il 10 maggio 2025, con l'ultima apparizione del trequartista tedesco davanti ai suoi tifosi.
Muller, che con il Bayern ha raggiunto 750 apparizioni diventando il giocatore con più presenze nella storia del club, ha annunciato che disputerà il Mondiale per Club prima di lasciare definitivamente i bavaresi.
In carriera il classe 1989 ha vinto 33 trofei ufficiali, il che lo rende il giocatore più titolato nella storia del club e del calcio tedesco. Fra questi, spiccano i 13 campionati nazionali, le 2 Champions League e le 2 Coppe del Mondo per Club.
Una delle ultime bandiere, uno degli ultimi romantici. Un calciatore troppo spesso sottovalutato che ha dato l'anima per i colori che portava e che ora, a distanza di 25 anni, cerca una nuova maglia per continuare a scrivere la storia, la sua storia.

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Vardy e il Leicester City
Il romanticismo nel calcio per eccellenza. Un film bellissimo, che non poteva chiedere un finale migliore. Jamie Vardy saluta, dopo 13 stagioni, il suo Leicester e lo fa nel modo migliore possibile: facendo un record.
L'attaccante inglese aveva dichiarato che avrebbe disputato solo la penultima partita di Premier League, ossia quella che il Leicester avrebbe giocato in casa, di modo da raggiungere quota 500 presenze con la maglia delle Foxes davanti ai suoi tifosi.
Vardy non solo ha raggiungo le 500 presenze ma, segnando, ha toccato quota 200 gol con il Leicester, diventando il miglior marcatore della storia del club in Premier League.
Una storia d'amore, coronata dalla vittoria della Premier League nel 2016, che giunge al termine dopo 13 lunghi anni e che ha visto il Leicester salutare per l'ultima volta il loro GOAT.

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Non solo calciatori
Non sono solo i calciatori a chiudere pagine importanti della loro storia.
Questo finale di stagione ha visto due allenatori iconici salutare per l'ultima volta i loro club, chi per trasferirsi altrove e chi per ritirarsi.
Carlo Ancelotti, l'allenatore più vincente nella storia del Real Madrid, ha salutato il Santiago Bernabeu per l'ultima volta in direzione Brasile, dove è stato chiamato ad allenare la nazionale verdeoro.
Roma invece è stata il teatro di un addio storico al calcio, quello di mister Claudio Ranieri. L'allenatore romano aveva lasciato lo scorso anno la professione, salvo poi aver accettato la proposta di una Roma in crisi.
Con lui alla guida i giallorossi hanno ottenuto 19 risultati utili consecutivi, sfiorando la qualificazione alla Champions League. Roma e i romanisti hanno deciso di rendere omaggio a uno degli allenatori più importanti della loro storia, o semplicemente a un allenatore che ha sempre risposto presente nel momento del bisogno. Semplicemente, sir Claudio.

