Come Sarri sta rivoluzionando la Juventus: la Signora sta cambiando pelle

La pausa a causa del coronavirus porta in dote una serie di riflessioni sull'evoluzione della Juventus.

Come Sarri sta rivoluzionando la Juventus: la Signora sta cambiando pelle
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Di Antonio Abate

La pausa forzata a causa del coronavirus è il primo, forzato, spartiacque per la Juventus. I bianconeri, fermi a causa della quarantena dopo la positività di Daniele Rugani, si ritrovano in quel limbo dantesco e sono impossibilitati ad allenarsi assieme. Un bel grattacapo per Maurizio Sarri, che dal ventisei marzo avrebbe potuto "sfruttare" delle sessioni di allenamento aggiuntive per accelerare il percorso di crescita della sua squadra. Una squadra profondamente diversa dalla sua versione 2019 ma che, nelle ultime gare, mostrato quella voglia e quella cattiveria che l'hanno contraddistinta durante le gestioni di Conte e Allegri.

Contrariamente da quanto sperato dai puristi del bel gioco, i bianconeri non hanno brillato per prestazione, incespicando più di una volta contro squadre capaci di chiudersi in difesa e di ripartire con velocità. La Juventus  è apparsa friabile dietro e poco fantasiosa in avanti. La manovra bianconera, spesso meccanica, ha messo in luce molti limiti tecnici di una rosa forte nei singoli ma poco armonica a livello di collettivo. Partendo dalla difesa, importante è stata la mancanza di Chiellini e, in seguito, quella di Demiral. Due difensori "marcatori" che avrebbero potuto agevolare il compito di Bonucci e de Ligt. Dopo la disastrosa prima parte di stagione, comunque, l'olandese ex Ajax è cresciuto e ha fornito una serie di prestazioni convincenti. Forte fisicamente e bravo nella lettura degli anticipi, De Ligt è stato tra i migliori nelle ultime gare bianconere.

Bocciato, invece, il pacchetto dei terzini. La mancanza di Cancelo, a destra, è evidente, considerando anche la scarsa attitudine offensiva di Danilo. Bene Cuadrado, in crescita in quel ruolo ma male Alex Sandro, lontano parente del fulmine di guerra ammirato nei primi due anni in bianconero. Le dolenti note arrivano, però, dal centrocampo. Sia nel Napoli che nel Chelsea, Sarri poteva contare di due profili adatti al suo gioco: un mediano capace di giocare cento e più palloni e centrocampisti di inserimento. Per la mediana, Sarri ha provato sia Pjanic che Bentancur. Il primo ha concluso in calando la prima parte di stagione, l'uruguayano si è sentito invece molto a suo agio in questo ruolo, verticalizzando spesso e creando moltissime occasioni pericolose quando è stato impiegato da regista.

Il punto nevralgico dello scacchiere tattico del mister toscano sono però le mezzali. Escludendo Ramsey, nessun calciatore bianconero ha infatti le caratteristiche che avevano, per esempio, Allan e Zielinski. I centrocampisti bianconeri amano il gioco statico e difficilmente riescono a penetrare nelle difese avversarie. Ecco che il ritorno di Khedira sarà una vera e propria manna dal cielo per i bianconeri, così come ormai è confermata l'imprescindibilità di Matuidi per Sarri. Un calciatore capace di svolgere le due fasi e di contribuire notevolmente alla costruzione della manovra sulla sinistra del campo. Per sopperire a questa mancanza, Sarri ha provato anche Bernardeschi come mezzala. Ma l'ex Fiorentina ha ormai fatto intendere che, per rendere al meglio, deve giocare da esterno destro, per poi accentrarsi.

In ultima analisi, l'attacco. Il reparto migliore per rendimento e valore assoluto dei singoli. Senza volersi dilungare troppo su Cristiano Ronaldo, la sorpresa in positivo di questa stagione è stata Paulo Dybala. L'argentino ha vinto molte gare da solo e si è confermato come il calciatore bianconero più in forma. L'ex Palermo ha segnato goal pesanti, si veda la doppietta in Champions contro lo Spartak o il gioiello contro l'Inter. Ormai è un punto fisso per Sarri. Bene anche Higuain, unica punta di ruolo di questa squadra. Il Pipita si impegna molto per la squadra e, quando non c'è, fa sentire la sua mancanza. Ha segnato poco, ma è sempre stata una figura presente in area di rigore. Con Sarri, poi, ha saputo rivalutarsi al meglio. Insomma, di tutti i reparti, quello offensivo ha dato maggiori certezze anche per sprazzi di gioco.

Leggendo questo pezzo, qualcuno potrebbe notare un eccesso di critiche per una rosa che, ad oggi, sarebbe ancora in corsa per tutte e tre le competizioni. Più che sui calciatori, il focus dovrebbe però concentrarsi sul tecnico. Sarri è ormai da più di sei mesi alla guida di una squadra e parte del suo "bel gioco" si è visto poco. La Juventus ha mostrato segni di fragilità che non si vedevano da otto anni a questa parte ma, nonostante tutto, sta reggendo. Forse, come diceva qualcuno, la verità sta nel mezzo: se da una parte infatti Sarri ha qualche colpa a causa del suo dogmatismo tattico, anche la società non è esente da critiche. A causa anche di qualche cessione mancata, si vedano per esempio Khedira e Matuidi o anche Dybala e Higuain, la dirigenza non ha potuto puntellare la mediana con un centrocampista adatto al gioco di Sarri. L'ex Chelsea si è trovato quindi con un gruppo eterogeneo e senza un'idea definita di gioco. Un'idea che Sarri dovrà però trovare al più presto per cercare di arrivare in fondo, magari vincendole, a tutte e tre le competizioni.