Con i se e con i ma Udinese-Inter sarebbe finita molto diversamente. I bianconeri tengono le redini del gioco contro la seconda in classifica per almeno un'ora, non trovando però mai la stoccata che, con una mole del gioco del genere, sarebbe naturale. Lasagna, Mandragora e Larsen falliscono delle chance nitidissime, un po' per sfortuna, un po' per quello che sembra un limite ormai connaturato di questa squadra, che non trova la porta. I bianconeri sono infatti il secondo peggior attacco della Serie A, nonostante Gotti abbia portato un'identità ben precisa a una formazione che sembrava alla deriva. I 24 punti non sono quindi un caso e pensare che, con un po' di finalizzazione in più, il bottino poteva essere anche migliore, fa male. L'Inter però è stata capace, in una partita giocata ancora sotto ritmo rispetto a quanto visto fino a dicembre, di ottenere il massimo con il minimo sforzo. L'ingresso di Sanchez fa saltare gli schemi della solida difesa delle zebrette, che lascia due chance alla banda di Conte. Lukaku non si fa pregare e ringrazia. L'Udinese dovrà riflettere molto sulla mancanza del gol.

Di Bello. Una piccola parentesi la merita il direttore di gara, all'ennesima partita gestita in malo modo. Blocca spesso il gioco per motivi oscuri, forse per consultarsi con il VAR, per poi non usare la tecnologia proprio nei momenti in cui servirebbe. Blocca Okaka lanciato a rete dopo una punizione per andare a riprendere Conte, non espellerlo, non seguendo il regolamento che prevede che il gioco resti fermo solo in caso di espulsione. Usa male i cartellini, facendo innervosire sia l'Udinese che l'Inter. Il come sia possibile che sia considerato uno dei migliori fischietti della Serie A resta oscuro.

La panchina. L'Udinese paga un mercato di gennaio molto strano. La società infatti cede quattro seconde linee, facendo entrare il solo Zeegelaar e riducendo le scelte di Gotti al lumicino. Lo stesso tecnico sia nella conferenza stampa pre partita che in quella post partita ha espresso preoccupazione sotto diversi aspetti. Ora la rosa è corta, il voto è gioco forza basso, visto che adesso con un paio di infortunii la situazione può diventare critica. I due colpi d'alto livello sbandierati su importanti testate nazionali da alcuni giornalisti non si sono visti. Ora il tecnico dovrà trovare una soluzione alla carenza del gol col poco rimasto.

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