Una delle Juventus più macchinose della stagione batte di rimonta un Milan cinico ma che si è perso nella cura dei dettagli. Nelle "cuciture", come recita un famoso proverbio napoletano. I rossoneri, avanti grazie al goal di Piatek, concedono ai bianconeri il rigore dell'1-1 siglato da Dybala e, perdendo un sanguinoso pallone, danno il via al contropiede del raddoppio marcato da Kean. Una partita non perfetta, quella della Juventus, scesa in campo con una formazione rimaneggiata a causa dei molti infortuni e dell'imminente sfida di Champions League di mercoledì.
Scesa in campo con un 3-4-2-1 abbastanza rimaneggiato, la Juventus propone Alex Sandro tra i tre di difesa e Bernardeschi come cerniera tra i reparti. Il primo tempo non è molto positivo. Il Milan fa la gara e si inserisce benissimo tra le linee bianconere. Suso viene spesso pescato largo vista la negativa prova difensiva di Spinazzola e Alex Sandro. Al secondo minuto è subito pericoloso Piatek, il suo colpo di testa a tu per tu con Sczcesny termina però fuori. Il KO di Emre Can complica la gara della capolista, che senza il tedesco abbassa in maniera sostanziale la propria abilità difensiva. Ne esce una prima frazione a forti tinte rossonere, con l'undici di Gattuso bravo a segnare al 39'.
Dopo un rigore non concesso per braccio di Alex Sandro su cross di Calabria, il Milan riesce a gelare lo Stadium. Un pallone perso da Bonucci viene intercettato dall'onnipresente Bakayoko, pronto a servire Piatek. Il polacco carica le pistole e buca il connazionale Szczesny con la sua consueta precisione chirurgica. Il primo tempo si conclude con la Juventus in pressione, come scossa dallo svantaggio. La più grande occasione capita sul piedone di Mandzukic che sfiora l'eurogoal al 47'. Il croato tenta una specie di rovesciata che quasi beffa Pepe Reina, bravo però a mettere in corner disinnescando l'unica vera occasione bianconera del primo tempo.
La seconda frazione comincia sempre con il Milan pimpante e tonico. I rossoneri sfiorano il raddoppio al 51' con un bellissimo tiro di Piatek sventato in corner. La Juventus fatica a creare gioco e Allegri si prepara al doppio cambio. Prima di lanciare nella mischia Pjanic, la Juventus riesce a pareggiare con l'uomo più atteso. In uno dei pochissimi momenti di lucidità, Dybala si procura e segna un rigore dall'importante peso specifico. Ingenuo l'errore di Musacchio al momento di frenare l'argentino. Dybala esulta poco, conscio della prova negativa messa in campo. L'argentino continua con il suo processo di involuzione, complici i cambiamenti tattici di Allegri che spesso lo costringono a giocare lontanissimo dalle porte avversarie.
L'1-1 e l'ingresso di Pjanic cambiano le sorti della gara. La Juventus ne guadagna in geometrie e comincia a prendere piede. L'inserimento di Kean per Dybala al 66' completa l'opera. Il classe 2000 porta verticalità e freschezza, coniugate però a qualche blackout di troppo sotto porta. La Juventus riesce però a costruire molte occasioni di spessore: al 78' Alex Sandro colpisce di testa e non trova la porta per millimetri, sei minuti dopo Bernardeschi si mette in proprio e conclude fuori di mancino. E' solo il preludio al goal. La Juventus riesce infatti nella rimonta all'84'. Sfruttando un errore di Calabria, Pjanic ruba palla e serve Kean che non fallisce la ghiotta occasione. Il goal del predestinato spinge la Juventus verso un successo importante e verso l'ottavo scudetto consecutivo.
Di questa gara si potrebbe dire tutto e niente. La Juventus non ha giocato benissimo e deve ringraziare una decisione non chiara del VAR sullo 0-0. Al di là di questo, però, i bianconeri hanno dato prova di netta superiorità di uomini e di panchina. La capolista della Serie A ha battuto una delle big del campionato rinunciando a Cristiano Ronaldo, Cancelo, inizialmente a Pjanic e con un Dybala poco pungente. E' bastato inserire Pjanic per cominciare a ingranare, spingendo il Milan a fallire nei momenti-clou. Musacchio ha concesso il rigore e Calabria ha perso palla, gli unici due errori del Milan prontamente sfruttati dalla Juventus. Lo strapotere bianconero sta tutto qui. Ora però c'è da pensare alla Champions e a un Ajax tutt'altro che in crisi. In Europa non si dovranno commettere errori.